Stop, va bene!




Andrea de Carlo racconta il diario, quasi un romanzo, tratto dalla sua esperienza sul set del film La Nave va. Lo intervista, come scrittore, anche sugli attori inglesi di teatro, sullo scrivere, e sulle comparse trovate a Napoli per caso, e in generale sulle ragioni del silenzio durante e dopo il film:

 "il cinematografaro prova sempre disagio davanti a chi si esprime colla letteratura. Per fortuna siamo un poco amici, e cosi va meglio. A me non riesce di parlare molto fedelmente colla mia creatura, viene sempre messo in discussione, rinnegato, una mattina senti che il tuo film non ti saluta, ti viene incontro, oppure ti volta le spalle. Una storia non e' niente, e' il sentimento che mi trova imbarazzato. E allora preferisco inventare altre storie, almeno per gli amici giornalisti. Di tutte le fasi devo dire che la piu' delicata e' il cast. Con un attore posso spiegare meglio, se non e' un attore, ma e' solo il personaggio, la faccia, forse e' quasi meglio, si muovera' da solo, con quella autonomia che gli e' propria, che sia la condizione ideale, per dare ai personaggi freddi sulla pagina, per dare l'impersonale, unico, imprevedibile, che ogni creatura umana porta con se'. Devo dire che li ammiro molto, gli attori, fin da bambino. La loro voce, parrucche, riccioli, i colori, credevo che vivessero cosi', anche dopo". 

  Qui il video integrale. 



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