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Il perturbamento



Non amo guardare le vecchie fotografie, e allo stesso modo i miei film. 
Mi crea un imbarazzo. Come quando per la strada improvvisamente uno si vede riflesso in un vetro e deve riconoscere che quella specie di fagotto che ha visto e' la propria visione. 

Preferisco non rivederli, ma quando succede, ho l'impressione di qualcosa che mi appartiene profondamente ma che ho archiviato.





Questo archivio funziona come una mappa mentale, per associazioni libere, cercate da soli: le immagini solitamente non sono legate ai testi, mentre sempre i link esterni restano esterni, per rispetto della cultura digitale, che questo piccolo spazio testimonia; poi lasciate una traccia del vostro passaggio qui, se volete. 




Preso per incantamento


Io cerco di non mettere mai la parola fine. Fine di che?.Semmai inizio. E per quanto riguarda me, ebbene, e' vero. Io temo di incantarmi. Temo di irrigidirmi dentro un'immagine di me. Sempre uguale. Perché il pubblico la reclama. Questo auto-incantamento e' il piu' pericoloso per un autore [...]



Infondo al post trovate un piccolo spazio bianco da riempire con un pensiero, un'emozione, se vorrete, e anche gli artifici per condividere la conoscenza, ed  in qualche modo gentile proteggere questo lavoro. 






Poco alla volta la visione si perde


La mia tendenza tranne in certi casi sarebbe quella di non andare a verificare ogni giorno quello che ho fatto il giorno prima: in questo senso. Uno deve tentare di realizzare il film che ha in testa, come lo ha visto. Se vai in proiezione ogni giorno vedi il film che stai facendo, non quello che immaginavi di fare. 
Cosi poco alla volta il punto di vista originario, la fedelta' alla visione o alla fantasia, al sentimento, al turbamento, alle intenzioni originali, poco alla volta si sfocano: perche' poco alla volta uno comincia a vedere che le cose non sono esattissimamente quelle che volevi fare, e questo porta una pericolosa correzione di fuoco, per cui la mia tendenza, che allarma i produttori, sarebbe quella di finire il film e poi di vedere tutto in proiezione. 

Accettando le cose per quello che sono. 

Io non credo di non aver mai rifatto una scena, ma non perche'  consideri tutto quello che faccio qualcosa di perfetto, ma perche' penso che un'opera e' vitale anche per i suoi difetti ed errori. Una creature umana ha carattere e personalita' proprio per un'insieme di inesattezze, di deformazioni, di fatti sgangherati  e cosi' penso debba essere anche un'opera, che e' la rappresentazione di una creatura umana, di una persona. 



8/5/77, Madrid. Intervista TV con J. Serrano. Il resto della difficoltosa intervista spagnola, la prima dopo venti anni, si trova qui. Molti momenti di tensione, e dura quasi due ore. Questo archivio funziona come una mappa mentale, tuffandosi nella colonna alla destra dello schermo, e andando liberamente tra le suggestioni, in questo caso troverete in altre tag altri brani, tipo: girato, pericolo, pericoli, sentimento, artista. Lasciate un vostro segno di passaggio, infondo alla paginetta, dove hanno predisposto uno spazio vuoto, o usate i pulsanti per condividere la conoscenza. Grazie