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8 minuti e 1/2 di 8 e 1/2



Thomas Berra (1986) riprende gli ultimi 8 minuti e ½ del film sviluppati attraverso una serie di 20 disegni e due grandi tele. Inaugura a Lugano allo SPAZIO 1929, un centro culturale gestito da un gruppo di giovani. QUI.   

O
tto minuti sul set di 8 1/2 di Federico Fellini, quello vero, li trovate invece qui

Bellissimi e rari minuti

Con tutte le donne (Claudia, Saraghina, Pagnocchetta, Carla ...): con una super impostata ma bellissima Cardinale che ride: "non ci sono battute, non ci sono battute" si dispera e dispera i giornalisti. Anche la Saraghina ride. E balla stupendamente. E Sandra Milo. E poi le domande, che fa! 


Proteggete la conoscenza, condividete questo post con chi amate, oppure lasciate infondo alla paginetta un messaggio per far sapere che siete transitati da qui. L'archivio funziona come una mappa, navigate dentro voi stessi. La relazione tra testo e immagine qui nei post non esiste, fa da unico stile il caso.  



I feel




"It makes me want to dream for a month."

"Quando vedo un suo film mi fa venire voglia di sognare per un mese". 


David Lynch loves Fellini's 8½, here his list of best movies ever.  

"Myself, I love 8 1/2. My take on what Fellini was trying to do there may be different from other people's. "I have a profound admiration for Fellini. I met him lately and he's just fantastic. I feel very close to him even though he's very Italian. But his films could have been made in every country. When I say, I feel close to him, then also because we're both born on January 20th."

Amo Fellini. E in più siamo nati lo stesso giorno, quindi se credi nell'astrologia... La sua è un'epoca del tutto differente, e ha un modo d'intendere la vita tipicamente italiano. Ma c'è qualcosa di particolare nei suoi film: un'atmosfera che ti fa sognare. Sono così magici, lirici, sorprendenti e inventivi. Era un tipo unico; se si eliminasse la sua filmografia, al cinema mancherebbe un tassello enorme. Non esiste nient'altro di simile. Mi piace anche [Ingmar] Bergman, ma le sue cose sono diversissime... rarefatte. Dei sogni rarefatti.




L'episodio peggiore a cui abbia mai assistito è avvenuto al festival di Cannes, quando il pubblico fischiò un film di Fellini. Fu la notte precedente alla presentazione di Cuore Selvaggio [opera diretta da Lynch nel 1990, con la quale vinse la Palma d'oro], e quelli fischiarono il suo film. Non mi importa di come fosse il film, quel fatto mi ha semplicemente ucciso. Ucciso. Fellini era un regista che aveva raggiunto un livello tale per cui avrebbe dovuto ottenere rispetto.

Isabella Rossellini, David Lynch e Federico Fellini, durante le riprese di Intervista
Dal libro Intervista di Federico Fellini (2002, Gremese), a cura di Tonino Pinto e Roberto Mannoni
Foto di Emilio Lari. 
Il legame tra i due, almeno di Lynch verso Fellini, fu profondo, come le acque della meditazione, e ne parla molto pacatamente anche in questo archivio, e nella sua non-autobiografia. QUI un approfondimento di Ale Montosi su questa affinita' elettiva.
QUI un output all'estero di questo lavoro, e delle affinita' e dei conbini.
 
In fondo a questa paginetta uno spazio vuoto, predisposto come un fumetto, per scrivere voi qualcosa: se lascerete un messaggio sapremo che non solo David Lynch ma anche voi sarete passati da qui. La mappa che usate in questo momento funziona colle libere associazioni, conoscete leggendo (mentre le immagini ed i testi non hanno quasi mai relazione). Dove vedete scritto "QUI" si va per ascoltare un audio o video. Quando possibile sono citate le fonti, i link esterni sono stati lasciati intatti.
Grazie.

La bellezza ha le prove




"Io amo le donne, 
soprattutto le belle; 
la bellezza è una prova 
dell’ingiustizia del mondo".




di Maurizio Liverani,  durante la preparazione de La Dolce vita. 

Questo archivio funziona come una mappa mentale, e per questione di stile tra immagini e testi non ci sono che legami casuali; conosci te stesso potrebbe essere il suo motto, ma non lo e' per davvero, solo fate da soli. E siate gentili, lasciate un messaggio del vostro passaggio, condividete le paginette che vi fossero servite, in fondo tutto quel che serve. I link esterni, sempre indicati come QUI, portano fuori dal blog.  










Femmina pavoncina


Invitata da Liliana Betti ad esprimere un giudizio su l’interpretazione che Magali Noël aveva dato della Gradisca, Sandrocchia è esplicita: “Io avrei impostato il carattere meno triste e malinconico, più allegro” E continua:

“Senza nessuna gelosia, ma penso che l’avrei interpretato con un pizzico in più di allegria. E anche di innocenza, se vogliamo. Ecco, io l’avevo immaginata come una donna che è golosa di tutte le cose belle che ci sono nella vita, non so, una che vede il mondo come un grande gelato, o come un bicchiere di vino buono, o come giocare a mosca cieca, ecco, prendimi prendimi, come un gioco… E poi anche il piacere di portare bei vestiti, sentire la seta sul corpo, con tutti quelli che guardano, che ti desiderano, la voglia che c’è sotto…  Una pavoncina? Anch’io quando ho fatto in Otto e Mezzo la signora Carla, l’amante,…  Federico quando mi parlava del personaggio diceva, «per me è una pavoncina, con la testa piccola e … va beh insomma, “quello” grande», e io l’ho fatta bene, no?”. ( Sandra Milo). 


Foto di Carlotta Mismetti Capua