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Che spavento il cine


Scriveva Zanoztto in un testo dedicato a Fellini: “Era lui la poesia, un’altra”. Ma la poesia sul cinema che scrisse invece fa così ... 


No dighe gnént del cine, vorie parlar del cine-


al me strassina 'l cine me fa spavento 'l cine-

(Non dico niente del cinema - vorrei parlare del cinema- mi trascina il cinema, mi fa spavento il cinema) 
ne ciùcia, ‘l cine, ‘l ne fa a tòch,
co la so fórfese ‘l ne strazha,  
‘l ne reinpéta, inte le so moviole ‘l ne straòlta,
al ghe roba ‘l so proprio DNA
al grop che é pi scondést de noaltri stessi
dó inte ‘l pos senzha fondi.
Ci succhia, il cine, ci fa a pezzi, 
con la sua forbice ci straccia, ci riappiccica, 
dentro le sue moviole ci stravolge, 
ruba il suo proprio DNA al grumo
più nascosto di noi stessi  giù nel pozzo senza fondo. 


Questo archivio funziona come una mappa mentale, per associazioni libere, cercate da soli: le immagini solitamente non sono legate ai testi, mentre sempre i link esterni restano esterni, per rispetto della cultura digitale, che questo piccolo spazio testimonia; poi lasciate una traccia del vostro passaggio qui, se volete. 

Le poche amicizie, i molti amici


Fellini ha avuto molti amici, ma poche amicizie: i molti amici sono stati e sono la sua grande famiglia, composta di attori, attrici, di tecnici, di maestranze e stabili e di passaggio, testimoni e artefici delle sue avventure. 

Amicizie poche: amico persona da sempre, il pittore e scenografo Rinaldo Geleng, al quale Fellini era legato da stima e da un affetto mai appassiti, affetto e stima coi quali Geleng ha accompagnato e sostenuto Fellini nel duro calvario che lo avrebbe condotto alla morte. 


L'amico all'univoco Tornino Guerra, nel senso che Federico e Tonino vivevano un gemellaggio estetico, che ha punteggiato le piu' sorprendenti folgorazioni del regista. Amico ed ispiratore il poeta Andrea Zanzotto. 


Nell'amicizia Mario Longardi, depositario della privacy di Fellini e gestore discreto della sua comunicazione con l'esterno, e negli ultimi anni Pietro Notariani. 
Fuori schema Brunello Rondi, ideatore e sceneggiatore. 


Sempre in campo Leopoldo Trieste, attore all'unisono. Ancora negli ultimi anni Gianfranco Angelucci, autore di una tesi sul Satyricon.
Tra le donne, non l'unica ma certamente la piu' esemplificativa, Liliana Betti, autrice a sua volta di una singolare e per me interiore biografia di Fellini, insieme alle mai svanite presenze di Fiammetta Profili e di Norma.


Non parlo di Zavoli, perche' il suo rapporto con Fellini non e' dicibile. Primo ed ultimo il Teatro 5 di Cinecitta', amico dei sogni, e custode della sua creativita': su nicchia a parte, infine, Rome de Mario. Tra amici ed amicizie non annovero NIno Rota, perche' Nino e' l'altra costola di Fellini.





Brano tratto da "L'amicizia", pagina 147, La Dolce Vita, edizioni Sabinae, Roma, di Padre Arpa, pubblicato nel 2009, da un insieme di pensieri, appunti nel diario, ricordi, e altre cose private del rapporto tra Arpa e Fellini, ed altri. L'elenco sembra molto puntuale, e coi pochi. 

Il libro contiene per intero anche la vicenda dello scandalo, la bomba, la censura e la mediazione, per far uscire La Dolce Vita. Nella foto centrale la famiglia Fellini, con Riccardo e Federico, ormai 70enni.