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Con quel foglio colorato


«Il mio amore per il fumetto si perde nella notte dei tempi È stato il primo contatto con un mondo immaginato che si esprimeva con le matite, con le penne, con i colori, qualche cosa che non aveva a che fare con la scuola, con la chiesa, con la famiglia. Mi ricordo che una data festosa della settimana era proprio la domenica, quando papà, tornando dalla stazione dove c’era l’edicola più fornita di Rimini, ci portava il Corriere dei Piccoli. Anche i personaggi di quel foglio colorato non avevano niente a che fare con il mondo che ci circondava: con la cameriera che stava in casa, col nonno malato, col vicino. Però erano altrettanto veri del bidello o dell’arciprete. Tanto che, alle persone reali poi, affibbiavamo proprio i soprannomi di quei personaggi. Cosi l’arciprete diventava Padron Ciccio, quello che aveva una mula cattivissima, la Checca, che stampava i ferri da cavallo nel sedere di chi scalciava. Oppure il vicino di casa, che mia mamma sapendolo un po’ scapestrato, tiratardi e qualche volta un po’ alticcio, aveva chiamato Arcibaldo, come il personaggio creato da Geo McManus. Lui si arrabbiava molto e noi ragazzini gli correvamo appresso per sfotterlo gridandogli «Arcibaldo, Arcibaldo!»




Brano da un’intervista di Renato Pallavicini a Federico Fellini uscita su l’Unità, il 26 luglio 1992, l'illustrazione e' di Eva Montanari. L'altra immagine e' tratta dal Grand Hotel, di Amarcord. 
Questo archivio funziona come una mappa mentale, cercate da soli, nelle tag alla vostra destra, che nascono come un percorso semantico e psicologico. Le immagini che vedete sono spesso della curatrice, i link sono esterni. Se trovate cose imprecise o che non funzionano scrivete. 

Le muse e Fernet


Uno scrittore italiano di gialli trasforma la storia del film incompiuto di Fellini, in un thriller misterioso, ad uso di un pubblico non aduso a niente.
Il tutto dura una mezz'oretta.  

Il film e' Il viaggio di Mastorna che cominciato piu' volte sarebbe stata la impresa artistica  e imprenditoriale dedicata al racconto coraggioso da ogni punto di vista, visivo e teologico e produttivo, ad un ipotetico aldila', uguale all'ipotetico aldiqua. 

Per il protagonista si fece il nome di Mastroianni, il set viene costruito, il costumi fatti, il racconto completo, ma la leggenda felliniana racconta che il suo mago glielo sconsiglio', e che si ammalo', e che guari', e che poi il produttore, De Laurentis, gli levo' la pelle e la casa a Fregene, per essersi tirato indietro. 

La trovate comunque QUI

Se ne sconsiglia la visione a coloro che non siano proprio appassionati al tema. 

Bello il ricordo dello scrittore Cavazzoni, sullo stupor mundi, che riporto con cortesia che, come tanti altri autori uomini italiani (l'hastag sarebbe tutti maschi ma ci si stanca anche di dirlo) lui non mi ha usato. 

" ... il film partì nella fase preparatoria, nel senso che andammo a fare i sopralluoghi. Si doveva girare in Croazia e Slovenia, perciò visitammo le montagne del Carso dove scorre il fiume Timavo, che ha scavato grotte nelle Alpi carsiche, come quella di Postumia, impressionante e potenziata a suo tempo da Mussolini, che ne fece un polo turistico, costruendo una ferrovia di quattordici chilometri nelle viscere della terra. In quella zona ci sono anche altre grotte di terrificante suggestione. 

 [...] Gustavo Rol, famoso mago torinese che ho conosciuto bene, lo aveva sconsigliato. E Fellini non faceva neppure colazione la mattina se prima non parlava con Rol. Il quale, riguardo a Mastorna, era stato categorico: accantonalo, potrebbe essere l' ultimo film della tua vita, smuove energie pericolose. 

Quando il produttore De Laurentiis annunciò quella sua nuova impresa, Fellini s' ammalò gravemente. Ma dal momento in cui disse a De Laurentiis di voler rinunciare al film maledetto cominciò a sentirsi meglio, finché guarì del tutto".  

Il resto di questo brandello di ricordo, tratto da La Repubblica, lo trovate qui




Alcuni artisti invece creano qui un rubamatic, ovvero immagini rubate dalla rete, che potrebbero restituire il film mai fatto. L'esperimento sempre surreale, su "La storia di uno che e' morto ma lui non lo sa" cosi' Fellini avrebbe desc
ritto questo suo tentativo, una sintesi che ci ricorda immediatamente  oltre a Dante, la storia benissimo realizzata di The Others, da Alejandro Amenábar, non so quanto dichiaratamente ispirata a Giro di Vite, di Henry James, una delle piu' belle novelle gotiche e sull'infanzia della storia della letteratura. 

Il video-matic lo trovate qui.  E' stato autoprodotto da Bamboo Productions, 2014.