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La partenogenesi dei ricordi

Sono un narcisista, e non sono interessato se non parlo di qualcosa che conosco bene. I ricordi raccontati da un autore, ma anche in un quadro,  creano poi nuovi ricordi. Sono stato definito il regista della memoria, e dei ricordi, e tra le due preferisco la prima. La memoria mi pare  una definizione piu' pertinente, i miei ricordi possono cambiare, sono aneddoti, mentre la memoria e' un sentimento, una dimensione costante almeno. I film riguardano la memoria, che non e' solo il passato, ma anche il presentimento di un futuro, che mi pare che racconto storie che ho sognato, vissuto, inventato, ma anche che si arricchiscono del presente. 

Il resto dell'intervista in francese e' qui

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Still, Rimini


“Cinecittà is the real place, from many points of view,” said Paolo Fabbri, a Rimini-born professor of semiotics (and a former director of the currently closed Fellini Foundation), referring to the gigantic Cinecittà movie studios near Rome. “Fellini’s imagination was really directed by dreams.”


@nytimesbooks Fellini and Rimini, still. Here the full article.




Col suo pancione



Col suo pancione placentario e il suo aspetto materno evita la nevrosi ma impedisce anche uno sviluppo, una vera maturazione. È una città di bambini svogliati, scettici e maleducati: anche un po' deformi, psichicamente, giacché impedire la crescita è innaturale. 

Anche per questo a Roma c'è un tale attaccamento alla famiglia. Io non ho mai visto una città al mondo dove si parli tanto dei parenti. "Te presento mi' cognato. Ecco Lallo, er fjo de mi' cugino". È una catena: si vive fra persone ben circoscritte e ben conoscibili, per un comune dato biologico. Vivono come nidiate, come covate... E Roma resta la madre ideale, la madre che non ti obbliga a comportarti bene. Anche la frase molto comune: "Ma chi sei? Nun sei nessuno!" è confortante. Perché non c'è solo disprezzo, ma anche una carica liberatoria. Non sei nessuno, quindi puoi anche essere tutto. Tutto può ancora essere fatto. Si può partire da zero. 

Insultata come nessun'altra città, Roma non reagisce. Il romano dice: "Mica è mia, Roma". 

Questa cancellazione della realtà che fa il romano, quando dice "ma che te ne frega!", nasce forse dal fatto che ha da temere qualcosa o dal papa o dalla gendarmeria o dai nobili. Egli si rinchiude in cerchio gastrosessuale. (p. 145). 



Qui il defile' censurato, allora, del film Roma, creati da quell'altro collaboratore geniale, dimenticato ed offeso, che fu Danilo Donati. 
Nella foto una citazione di Pasolini, su Fellini e Roma, interpretata da Orson Welles, un altro tipo di perseguitato politico nel mondo dell'arte cinematografica. Il brano viene tratto da Fare un Film, Einaudi, e tratterebbe di una specie di genius loci, ma oggi nemmeno questo sembra vivere. 
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