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Eravamo maghi bambini


Cosa avete fatto per davvero?
 "Quello di fare qualche cosa di poetico che possa tener compagnia alla gente. Lui diceva che eravamo maghi bambini".
Cosa le manca di Fellini?
"Vede, tanto si dice che manca sempre tutto, perché è una grande amicizia e poi è questa montagna di memoria, questi continui suggerimenti di vivere camminando un po' sollevati da terra, i nostri colloqui nel suo studio, dove lui amava restare, non era un amante dei viaggi, perché diceva "i viaggi li facciamo con la memoria", era stupendo sentir parlare dei suoi viaggi verso l'infanzia e dei suoi viaggi verso paesi che non aveva mai visto e che aveva l'impressione di vedere stando fermo".
Che cosa legava Fellini a Rota?"Bah... è come se mi chiedesse qual è il segreto per fare una buona polenta oppure qual è la cottura giusta della pasta, che se si sbaglia di un attimo... è un odore, il segreto è che andavamo incontro a un odore".
Come lavoravate?"Nella nostra vita non avevamo delle cose mostruose per inventare parole o immagini. Eravamo persone che stavano pensando a un piatto di spaghetti e alla mortadella!"
E l'amore?"
No! L'ultima frase Fellini la disse a Enzo Biagi negli suoi ultimi giorni: stava morendo e diceva 'innamorarsi ancora una volta!Nella vita quello che conta è diventare questa nuvola imprecisa e grandiosa che è il momento dell'amore".


Tonino Guerra 
risponde a qualche domanda
ricordi, tutto tratto da qui

QUALCHE DETTAGLIO PRATICO PER ANDARE AVANTI:   
Dove ho potuto ho citato la fonte. Fatelo anche voi, questo è un lavoro autoriale, protetto dalle leggi del copyright, nella Unione Europea, ed ospitato su Google. Le immagini non sono mai o quasi mai legate ai testi, per motivi di stile e per le stesse ragioni invece quando uscite dal sito dovete ritornarvi da voi: se trovate un link esterno rotto vi prego di avvisarmi. Se il brano è mio, raro, viene indicato anche nelle tag, come "la nana di fellini". Trovate qualcosa su Twitter, in inglese. L'archivio funziona come una mappa mentale, cercate da soli, attraverso la semantica poetica che trovate alla vostra destra.
Qui un marcetta "di Carlotta", composta pare, dal vero Maestro Rota. Ringrazio commossa. 








Un pesce di nome Mamma



"Il delfino esce dall'acqua", e mi chiama: Mamma.

Questa e' una sola delle incredibili che dice Bicerin, nella scena del Rex, nel film Amarcord. Un'altra, tipo: ma dove vanno tutti col cuore in subbuglio?. La scena nella quale tutti corrono verso il Rex, di corsa, e lui commenta, non viene notata per la meraviglia di questo buffo elfo col cappello.


Qui invece gente che fa lo Storyfi di Rimini.  Tra le parole e le immagini non ci sono legami in questo archivio, se non fantasiosi e questo per scelta: come tra le parole e quasi sempre le cose. Funziona esattamente come una mappa mentale, per nuotare liberamente dentro il vostro mondo, come nel suo, appoggiandovi alle suggestioni contenute nella colonna alla destra del vostro schermo; assaporando un post alla volta, come fossero ciliegie. Lasciate un messaggio, per condividere quelle per voi saporite e farci sapere che siete passati da qui anche voi: grazie. 




Le poche amicizie, i molti amici


Fellini ha avuto molti amici, ma poche amicizie: i molti amici sono stati e sono la sua grande famiglia, composta di attori, attrici, di tecnici, di maestranze e stabili e di passaggio, testimoni e artefici delle sue avventure. 

Amicizie poche: amico persona da sempre, il pittore e scenografo Rinaldo Geleng, al quale Fellini era legato da stima e da un affetto mai appassiti, affetto e stima coi quali Geleng ha accompagnato e sostenuto Fellini nel duro calvario che lo avrebbe condotto alla morte. 


L'amico all'univoco Tornino Guerra, nel senso che Federico e Tonino vivevano un gemellaggio estetico, che ha punteggiato le piu' sorprendenti folgorazioni del regista. Amico ed ispiratore il poeta Andrea Zanzotto. 


Nell'amicizia Mario Longardi, depositario della privacy di Fellini e gestore discreto della sua comunicazione con l'esterno, e negli ultimi anni Pietro Notariani. 
Fuori schema Brunello Rondi, ideatore e sceneggiatore. 


Sempre in campo Leopoldo Trieste, attore all'unisono. Ancora negli ultimi anni Gianfranco Angelucci, autore di una tesi sul Satyricon.
Tra le donne, non l'unica ma certamente la piu' esemplificativa, Liliana Betti, autrice a sua volta di una singolare e per me interiore biografia di Fellini, insieme alle mai svanite presenze di Fiammetta Profili e di Norma.


Non parlo di Zavoli, perche' il suo rapporto con Fellini non e' dicibile. Primo ed ultimo il Teatro 5 di Cinecitta', amico dei sogni, e custode della sua creativita': su nicchia a parte, infine, Rome de Mario. Tra amici ed amicizie non annovero NIno Rota, perche' Nino e' l'altra costola di Fellini.





Brano tratto da "L'amicizia", pagina 147, La Dolce Vita, edizioni Sabinae, Roma, di Padre Arpa, pubblicato nel 2009, da un insieme di pensieri, appunti nel diario, ricordi, e altre cose private del rapporto tra Arpa e Fellini, ed altri. L'elenco sembra molto puntuale, e coi pochi. 

Il libro contiene per intero anche la vicenda dello scandalo, la bomba, la censura e la mediazione, per far uscire La Dolce Vita. Nella foto centrale la famiglia Fellini, con Riccardo e Federico, ormai 70enni.