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Roma si beffa di tutti, belli e brutti





"Di fronte alla religione cattolica io non ho atteggiamenti particolari. Vi sono stato allevato dentro. Sono relativamente cristiano. La domenica è la giornata che preferisco. C’è un’allegria da circo. Il mio personaggio nella Dolce Vita trasforma il suo soggiorno romano, all’ombra del cupolone, in una personale e volontaria via crucis. Vuole spiegarsi delle sue prerogative di “essere puro”, per perdersi sulla via del peccato. Mistero e dubbio perché resta pur sempre un provinciale in un paesaggio di carnevalesca depravazione. Perde e riconquista la morale; crede sinceramente. Questo conflitto si connota di un misterioso fascino. 
Roma è una città che con questo gioco, tra il bene e il male, si beffa di tutti. La morale è repressiva solo apparentemente. Per attuare questa apparente repressione tollera il peccato come un’acrobazia. La fede, a Roma, oltre che con il paganesimo flirta con il carnale. Il mondo non ci vedrà mai chiaro; è qui il suo fascino, anche in chi, sconfitto, la detesta. Il protagonista si imbatte in questo conformismo da dolce vita; irriguardevole soltanto per i poveri di spirito, comprensiva e incoraggiante in quelli che si credono “star”. Roma è divisa in due: religione abitudinaria e paganesimo, oggetto di consumo anche per il credente. Soltanto la politica, atteggiandosi ad autorevole, offre un ulteriore aspetto grottesco [...]".


Dall'Intervista a Paese Sera, di Maurizio Liverani, 
durante la preparazione de La Dolce vita. Immagini da AMARCORD. 


QUALCHE DETTAGLIO PRATICO:   
Vedrete che ho trascurato quasi interamente pettegolezzi, e letture agiografiche e tutta quella narrativa marketing o delle fazioni della battaglia politica, a meno che non potesse essere utile a fare un ritratto dell'epoca, inoltre ho dato molto spazio alle cose minori, silenziose, come ad esempio Nino Rota, senza la cui presenza l'arte di Fellini non sarebbe universalmente nota e riconoscibile, per il suo suono,  come e'. 
Dove ho potuto ho citato la fonte. Le immagini non sono mai o quasi mai legate ai testi, per motivi di stile e per le stesse ragioni invece quando uscite dal sito dovete ritornarvi da voi. Qualche volta i brani sono in in lingua originale, soprattuto documenti e recensioni, e lo indico sempre. Le pochissime cose oltre a questa che ho scritto io medesima, e non sono pensieri di Fellini, o di interesse sulla sua storia nella storia culturale del paese o sulla sua poetica, di solito di altri artisti o suo cari amici, viene indicato anche nelle tag, come "la nana di fellini". 
Su Twitter, Pinterest e Facebook nel tempo, per motivi diversi, ho creato delle piccole vetrine, in inglese anche,  di questo progetto, che spero possa scuotere soprattutto il mondo della cultura e delle arti, e ispirarci. Siate gentili. 


Qui un marcetta "di Carlotta", composta pare, dal vero Maestro Rota.





La volgarità che libera dall'oppressore





«La cosa che più mi colpì fu la maleducazione che si riscontrava un po’ dovunque nella città. Maleducazione e volgarità. Ma non è che ne fossi colpito in maniera negativa. Avevo intuito sin da allora che la volgarità fa parte del carattere di Roma. È la magnifica volgarità di cui ci hanno lasciato testimonianze gli autori latini, Plauto, Marziale, Giovenale. È la volgarità del Satyricon di Petronio. La volgarità è una liberazione, una vittoria sulla paura del cattivo gusto, un riscatto dal perbenismo. Per chi osserva Roma al fine di esprimerla creativamente, la volgarità è un arricchimento, un aspetto del fascino che la città proietta intorno a sé» 


FF, in Costantini 1996, torna  sulla realizzazione di questo film storico, su un passato inventato, da un libro di frammenti. 
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La mala-education negli occhi




"Il gusto del pubblico verso il cinema è cambiato a causa della televisione che ha creato uno spettatore impaziente, febbrile, diseducato, cioè tutto il contrario dello spettatore riflessivo che vuole assaporare, assimilare, capire, ripensare".






Questo piccolo archivio-omaggio funziona come una mappa mentale, navigatelo e condividete i post che leggete o lasciate un piccolo segno del vostro passaggio.. Sul tema della televisione oggi ancora attualissimo ci sono vari brani, e tra queste tag ne trovate: televisione, italia, politica culturale, mestiere del poeta. 











L'Italia cartapesta



"L'Italiano: l'approssimazione, l'indifferenziato, i luoghi comuni,
 il convenzionale, la facciata, la persona, l'atteggiamento ...
Gli italiani non vogliono diventare adulti. 
Puo' darsi che sia un dato di tutta la civiltà mediterranea, 
questo tipico atteggiamento da mammone. 
Di qui l'onnipotenza della  famiglia, e la mancanza di fiducia in se stessi".  






Un brano da Casanova Rendez-vous, Bompiani, pagina 140, e da
 Fellini al contro-attacco, da Il Tempo, 1985.  Questo archivio digitale funziona come una mappa mentale, appoggiandovi come dalla destra dello schermo. Condividete questo post oppure, forse meglio se lascerete un segno del vostro passaggio nei commenti, arricchirete questo lavoro. Le immagini quasi mai sono legate ai testi, per scelta. Ogni volta che trovate la parola "QUI" andate su un sito esterno, per un audio o un video, o qualche volta un iper-testo.