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I miracolosi legamenti


Sono stato in collegio a Fano come la maggior parte dei ragazzini della mia generazione, tra gli otto ed i quattordici anni diventava una stagione inevtabile: erano antichi sacerdoti, tenuto dai monaci che si chiamavano i carissimi, avevano quel collarino che misi poi ad Anita nella scena della Dolce Vita. 



Si metteva allora in collegio qualcuno che doveva essere educato, cambiato, e quindi gia' l'ingresso era qualcosa che ricordava un pochino il carcere; e l'educazione era l'educazione che moltissimi in Italia hanno avuto, una educazione castrante, mutilante, a carattere repressivo, dove il bambino era folle, pericoloso, qualcosa di malato, su cui intervenire pesantemente con codici, fatti educativi, terapeutici e mutilanti, quindi una diseducazione, adesso lo ho detto in tutti i miei film, di questi aspetti abberranti, di questo tipo di educazione che tentava di staccarti dalla vita e proiettava sulla vita tutta una serie di visioni deformanti, insomma una alterazione, che metteva il bambino fuori dalla vita. Cose che colla vita non avevano niente a che fare. 

Questo e' un tema ricorrente dei mie film, di questo tradimento fatto alla vita da questo tipo di educazione. Pero' con gli anni mi subentra una specie di visione diversa, non rinnego la polemica, voglio dire pero' che anche questo tipo di educazione mi ha nutrito all'incontrario, provocando delle forme reattive di difesa, ed ora non vorrei parere reazionari, ma anche i condizionamenti a modo loro sono stati utili, utili ovvio per chi puo' con la cultura o la vita stessa, di affrancarsi da questi condizionamenti e vederli da un punto di vista diverso, una operazione che non e' possibile per tutti quanti, ma io almeno ho ammorbidito  questo atteggiamento.

Ma penso comunque in tutta sincerita' di educare il bambino a guardare alla vita coi suoi occhi, e non con delle lenti che della vita danno una visione distorta, insomma bisognerebbe compiere un miracolo di formare dei maestri, ma chi li forma i maestri, che possano far sviluppare questo miracolo, che e' l'uomo bambino, senza tagliare e sopprimere i suoi legamenti misteriosi colla natura, con le dimensioni da cui viene, e proviene, farlo crescere radialmente, sfericamente, in tutte le direzioni. 
Invece sono state create persone nevrotiche, intere generazioni di gente che e' finita al cimitero o al manicomio, di gente deforme, gobbi, nani. 


8/5/77, Madrid. Intervista TV con J. Serrano
Il resto qui.

 



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Il provvisorio permanente



Il cinema e' il mondo naturale di realizzarmi, sono io, e' la mia vita. 

Non che debba suonarvi presuntuoso, ma il cinematografo rappresenta per me la spontanea inclinazione, e' anche un alibi grande per me, cosi mi pare che mentre faccio i film che tutti quegli impegni e responsabilita' che si hanno verso la vita, gli altri, se' stessi, la societa', vengano temporaneamente arrestati, perche' io sto lavorando e cosi non posso occuparmi ne' delle tasse ne' di certe fedelta' ideologiche, e questo rende una provvisiorieta' cronica ormai, che mi rende sereno, quindi il cinema e' il mio modo di vivere e di risolvere la giornata e di dare un vago, impreciso senso, ma per me confortante, alla mia vita.

A me di andare al cinema non mi viene in mente, e' una specie di rituale, di abitudine, che ha quasi cessato di esistere quando io, personalmente, ho cominciato a fare il cinema: e' un disinteresse tutto sommato, ma che non vorrei che fosse vissuto come sdegnante, ma non mi sento proprio spinto ed incuriosito verso il lavoro di molti miei colleghi, e questo non e' necessario per valutare, stimare, o apprezzare un autore ed un collega, non sia necessario vedere tutti i film. 

Questa dichiarazione mi mette anche in imbarazzo, perche' potrei sembrare presuntuoso, ma se dicessi il contrario non sarei sincero. 



8/5/77, Madrid. Intervista TV con J. Serrano, piuttosto tesa, e molto lunga, in lingua. Il resto del video in bianco e nero lo trovate qui. Questo piccolo archivio-omaggio funziona come una mappa mentale, navigatelo e condividete i post che leggete o lasciate un piccolo segno del vostro passaggio, qui sotto.