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Eravamo tutti provinciali



[...] Lo incontravi, anche di recente, e diceva ' Ti ricordi quel Pierdominici che conoscemmo quella volta? Beh, è andato sotto un tram...' e continuava con dettagli commoventi e suggestivi. E non era vero niente. 

La cosa più bella era proprio che, anche a distanza di 50 anni, lo ritrovavo uguale, le stesse meravigliose bugie, lo stesso linguaggio di sempre, forse un po' meno spontaneo. Però lo ritrovavo sempre e in questo era unico, perché la gente che diventa famosa si trasforma, parla diverso, cambia dentro [...]


[...] La nostra amicizia non aveva niente a 

che vedere con il lavoro. Ci vedevamo alla latteria di via Frattina. 

C' erano Steno, Marchesi, Metz e vicino c' era l' antiquario Apollonio, dove vedevamo De Sica e i personaggi famosi. Allora Roma si girava a piedi, da piazza del Popolo a piazza di Spagna era uno scherzo. Facevamo notte passeggiando, parlando di tutto. Nelle soste al ' Café de Paris' a via Veneto, c' erano Patti, Talarico, Flaiano, a volte veniva Ungaretti. Era un tavolo dove ci si arricchiva d' impressioni, di modi di dire, di opinioni.

[...] Eravamo tutti provinciali, cresciuti nella stessa aria. Trastevere, dove sono nato, era provincia, e quando andavamo al centro o a piazza del Popolo dicevamo ' andiamo a Roma' . Ostia, in fondo, era come il lungomare di Rimini. Roma stessa era un paesotto, poco illuminato, i lampioni avevano la retina. Ricordo l' impressione che mi fece Milano quando andai, a 15 anni, per incidere un disco per bambini, con il Duomo tutto illuminato che sembrava New York. Quando ho visto Roma, ho ritrovato tutto il clima e le chiacchiere di allora. C' era la realtà deformata, dipinti estrosi, donnone, nani, monache, preti, tutto ricostruito, ma c' era lo spirito di Roma, che aveva assimilato allora. Roma lo aveva catturato, tant' è vero che non si è mosso più.




[...] Fui proprio io a spingere Federico a fare Lo sceicco bianco. Avevo capito che il mio personaggio doveva essere un animale, uno che sui fumetti faceva sognare e nella vita era una bestia, neanche sapeva parlare. Erano tanti i personaggi così - e ce ne sono anche oggi - e sul set li restituivo a Federico così come li avevo conosciuti. Lo sceicco bianco andò malissimo, a Venezia ci fu anche il boicottaggio degli editori di fumetti e fu un disastro [...] 


[...] Dopo il viaggio di nozze mi venne a trovare. Stavo al Galleria, presentavo uno spettacolo d' arte varia a cui partecipavano ospiti come la Magnani e Fabrizi. Vidi entrare Federico. Feci fermare l' orchestra e dissi al pubblico: ' E' arrivato un amico, si chiama Federico Fellini, è un umorista, collabora al Marc' Aurelio. Si è sposato con Giulietta Masina, una brava attrice che avete sentito alla radio come Pallina. Io non sono andato al matrimonio perché stavo qui e vi chiedo di aiutarmi a fargli un dono, che mi costa pure poco, vi chiedo un applauso. E Fellini, emozionato, ricevette il suo primo applauso [...] 


[...] I vitelloni  (che all'estero vollero chiamare gli "inutili", i fannulloni) nacque con la collaborazione di tutti. I barattoli, l' episodio delle diecimila lire - ti butteresti se ti dessero 10 mila lire? - e i lavoratori erano tutte cose vissute. 


Quello dei lavoratori mi era successo una volta che, uscendo in una macchina scoperta da via Frattina dove c' era una sala di doppiaggio, passai davanti a un paio di operai che lavoravano con il martello pneumatico. Gli gridai ' State a giocà, eh? Perché non lavorate un po' ? e me ne andai sgommando. A piazza Mignanelli c' era un ingorgo e, fermo, vidi dallo specchietto gli operai che mi erano corsi appresso. Riuscii a ripartire appena in tempo. Dopo la proiezione, anche quel film and  male, uscirono tutti zitti, a testa bassa. 
Rimanemmo io e Federico seduti sul marciapiede, esterrefatti. ' Non gli è piaciuto. Tu che ne dici?' . ' 
E che dico, Federì? Non domandà a me, me pare bellissimo...'  [...]


intervista con Alberto Sordi, all'indomani della morte di Fellini. Raccolta da Maria Pia Fusco, per la Repubblica, 2 novembre 1993. 

Il satiro qui
Il film fu un insuccesso commerciale. Pero', almeno, se lascerete un messaggio (hanno predisposto uno spazio vuoto in basso, come fosse un fumetto da riempire come volete: poi ci sono anche i pulsanti per condividerlo con chi amate) allora farete sapere che anche voi siete passati da qui. E se quello che c'e' scritto qui vi riguardasse in qualche modo, bhe, non si sa mai cosa potrebbe accadere.






Andreotti come Otello



A Fellini Andreotti sembrava “inventato da un grande romanziere”, un personaggio “da corte shakespeariana come Otello”. 

Furono a lungo in corrispondenza, come racconta il libro di un giovane studioso, Andrea Minuz, Viaggio al termine dell’Italia. Fellini politico (Rubbettino, 242) che  ospita in appendice i brani dell’epistolario tra Fellini e Andreotti. 


Qui il resto di questa strana e lunga storia.





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La gloria di Giulietta

Elenco qui le biografie di Fellini, ufficiali, storicizzato, dalle istituzioni, dal tempo, dalle memoria. La gloria ... ovvero la memoria.

Qui quella de  l'enciclopedia Treccani.


Qui quella della prestigiosa Britannica.




Qui Wikipedia in italiano (nella barra laterale tutte le altre lingue del mondo, compreso arabo, africanen, sloveno turco e sardo).


  Qui quella francese, alla voce figure celebri.





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Nella foto Giulietta Masina, moglie e attrice.




Who 'borrowed' from Fellini



Scorsese, Coppola, Warhol, Woody Allen - the list of artists who 'borrowed' from Fellini is an impressive one.  Fellini made films that uniquely combine acerbic realism and unhinged poetic fantasy, about things you can barely put into words: the extremes of cruelty and innocence, the madness and authority of love. He was never a neo-realist. He was the greatest realist of all.


HERE the full story from The Guardian, 2004. Ecco una lista parziale (in inglese) degli artisti che hanno preso in prestito da Fellini, o che ha ispirato in vari modi. Quando cercate nella mappa a destra li trovate, gli italiani, pochi, i grandi all'estero quasi tutti. Per comprendere il divario cercate: comunismo, apolitica, Oscar. 

 


Quel che la mamma dice




"Sì, i ricordi però guarda che me li invento, molte volte. 

Non riesco più a farne una distinzione tra le cose che sono 
proprio accadute, tanto è vero che mia mamma ogni tanto 
mi dice: 

Ma quando mai tu sei scappato dal circo? Ma quando mai hai fatto…?  Ma quando mai sei stato in collegio?  
Invece a me pare proprio che è successo, vedi un po’  cosa vuol dire avere un’immaginazione accesa" 

(pag. 21).   

Scritti e immaginati  – I film mai realizzati di  Federico  Fellini (Guaraldi editore: le immagini invece sono dal film l'Intervista con l'attore Rubini e la vera Anita) del giovane Alessandro Casanova, riminese, classe 1980, rimette insieme  alcuni documenti: soggetti, appunti, idee per film da realizzare, che non si fecero. MAterial originale, ed inedito.  Dunque, ecco:  A) soggetto integrale di Moraldo in città (pubblicato a puntate sulla rivista "Cinema" nel corso del 1954) B) il progetto del film Les femmes libres de Magliano (pubblicato nei "Cahiers du cinéma" nel luglio 1957) C) il soggetto di A journey with Anita (pubblicato nel 1983 unitamente  a Moraldo in the city dall’University of IllinoiD) il progetto 1970: notes sur "Une femme inconnue" (pubblicato nella rivista "Positif" nel 1977-78) E) gli appunti per la serie Poliziotto, storia vera di Nicola Longo, 1982, inedito. Uno dei capitoli più interessanti è quello dedicato a Il viaggio di G. Mastorna, che Fellini avrebbe dovuto girare dopo Giulietta degli spiriti e che mai  fece  (tracce di quel film mai realizzato sono riscontrabili in quasi tutte le sue opere successive, fino a La voce della luna, come abbiamo riportato anche in questo archivio: un fertilizzante, lo definisce Fellini). 

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Acchiappa fantasmi








Una vecchia intervista in inglese, dove Fellini racconta l'arte non facile di fare casting. Con un inglese trasognato ma corretto, e la sua vocina dolce e gentile. "Il cast e' molto importante, perché e' la prima volta che posso materializzare i miei fantasmi, e posso davvero capire chi, tra migliaia che vedo, davvero ha qualcosa a che vedere col mio film. Per questo e' un momento difficile ma pesante, perché devo scegliere, e quindi come sempre e' il decidere non e' facile, anche perché so che  quelle scelte saranno il cuore del film".

Qui l'intervista integrale. Per appassionatissimi.









Questo a
rchivio funziona come una mappa mentale, per associazioni libere, cercate da soli: le immagini solitamente non sono legate ai testi, mentre sempre i link esterni restano esterni, per rispetto della cultura digitale, che questo piccolo spazio testimonia; poi lasciate una traccia del vostro passaggio qui, se volete. 




Indomito bugiardone


Documentario in rete, che trovate trasmetto in maniera gratuita, su Fellini, del 2003 in Italia. 

Si chiama Il bugiardo nativo, di Damine Pettigrew. e lo vedete cliccando QUI

Fellini, I’m a Born Liar
A look at Fellini’s creative process. In extensive interviews, Fellini talks about his background and then discusses how he works and how he creates
(2002)



Codesto archivio digitale funziona come una mappa mentale, appoggiandovi come dalla destra dello schermo. Condividete questo post oppure, forse meglio se lascerete un segno del vostro passaggio nei commenti, arricchirete questo lavoro. Le immagini quasi mai sono legate ai testi, per scelta. Ogni volta che trovate la parola "QUI" andate su un sito esterno, per un audio o un video, o qualche volta un iper-testo. 



Bello come Gregory Peck








Brano dal libro  di Fausta Leoni, giornalista Rai, scrittrice, conoscente di Fellini, che ha pubblicato nel 1969 “Karma”  (nel libro racconterebbe di un'interesse cinematografico di Fellini al suo libro, lasciato cadere). 


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Le parti mancanti del passato



“Felice chi entra sotto terra dopo aver visto [idòn] quelle cose: conosce [oîde] il compimento della vita, conosce [oîden] anche il principio dato da Zeus” frammento di Pindaro (fr. 137)




Spoiler. 

Confesso: il mio film preferito.  

E nulla di quello che evoca, immagina, crea insieme a quel genio di Danilo Donati, e ci propone visivamente, e' cio' che resta dentro (detto rozzamente, poi lo vedete).  Molto dipende  che sono romana, circondata da sassi, epigrafi, suggestioni, presenze di questi Marziani che erano i Romani,  mentre Nino Rota lavorando sull'idea di sentirsi estranei uso' le musiche del teatro giapponese: interessante, no? . 



A proposito di Fellini-Satyricon ricorda: "Durante la convalescenza dalla pleurite allergica avevo riletto Petronio ed ero rimasto affascinato da un particolare che prima non avevo saputo notare; le parti mancanti, cioè il buio, fra un episodio e l’altro. Già a scuola, quando si studiavano i prepindarici, avevo cercato di riempire con l’immaginazione il vuoto fra i vari frammenti. […] Ma quella faccenda dei frammenti mi affascinava davvero. Mi colpiva l’idea che la polvere dei secoli avesse conservato i battiti di un cuore ormai spento. Convalescente a Manziana, nella bibliotechina di una pensione, mi capitò in mano Petronio: tornai a provare una grande emozione. Mi fece pensare alle colonne, alle teste, agli occhi mancanti, ai nasi spezzati, a tutta la scenografia cimiteriale dell’Appia Antica o in generale ai musei archeologici. Sparsi frammenti, brandelli riaffioranti di quello che poteva anche essere considerato un sogno, in gran parte rimosso e dimenticato. Non un’epoca storica, filologicamente ricostruibile sui documenti, positivisticamente accertata, ma una grande galassia onirica, affondata nel buio, fra lo sfavillio di schegge fluttuanti, galleggianti fino a noi. Mi pare di essere stato sedotto dall’occasione di ricostruire questo sogno, la sua trasparenza enigmatica, la sua chiarezza indecifrabile. 

Con i sogni, appunto, succede la stessa cosa. Essi hanno dei contenuti che ci appartengono profondamente, attraverso i quali noi esprimiamo noi stessi, ma alla luce del giorno il solo rapporto conoscitivo che possiamo avere con essi è di natura concettualistica, intellettuale. Per questo i sogni appaiono alla nostra coscienza così sfuggenti, incomprensibili ed estranei. Il mondo antico, mi dissi, non è mai esistito, ma non c’è dubbio ... Lo sforzo sarebbe stato quello di annullare il confine fra sogno e fantasia, di inventare tutto e poi oggettivare questa operazione fantastica, distaccarsene, per poterla esplorare come qualcosa allo stesso tempo di intatto e irriconoscibile".





"L’analogia c’è, ma non è stata voluta in modo consapevole. […] 

Si potrebbe dire per esempio che quella di Petronio è una società al tramonto alla quale seguirà un’epoca nuova, quella cristiana, con un indirizzo nuovo, un linguaggio assolutamente sconosciuto, che lascia gli uomini in un profondo smarrimento. Lo stesso smarrimento, forse, la stessa golosità di vivere, la stessa ricerca sgangherata di oggi di fronte alla sensazione che si sta verificando un mutamento molto profondo, al quale la nostra generazione non è preparata (e che perciò resta sull’altra riva a guardare delle forme confuse, che oggi possono essere la rivolta dei giovanissimi e tutto ciò che i giovani rappresentano o tendono a rappresentare: e che ieri, per i pagani potevano essere i primi cristiani". “Non si sa mai perché si fa un film piuttosto che un altro. Almeno io non lo so. E non mi interessa nemmeno di saperlo. Sollecitato da amici giornalisti posso inventare dei motivi, delle ragioni, chiacchierando in malafede di urgenze, coincidenze, analogie, sdegni, nostalgie e memorie. Sono tutte storie, una girandola di paraventi e di etichette che, in parte inconsapevolmente, hanno la funzione di proteggere la crescita imprevedibile e reale di ciò che voglio fare. Certo, un pretesto per partire è necessario, come è necessario andare alla stazione o all’aeroporto per iniziare un viaggio, ma che cosa sarà il viaggio, il suo senso segreto, il suo ritmo vitale se ne potrà parlare solo alla fine. Perché il Satyricon? Lo so meno di voi ..."



GRAZZINI 20042, pp. 136-137.  
Analoghe dichiarazioni si possono trovare in varie interviste rilasciate da Fellini sul film, ma qui in forma piu' distesa, dunque mi scuso per le eventuali ripetizioni che trovate in questo archivio, d'altro canto pensato come una mappa mentale, conoscete voi stessi. n particolare un’utile antologia di testi e notizie varie, oltre alla sceneggiatura e al trattamento, sempre sullo stesso grandioso esperimento di film storico, è raccolta in ZANELLI (a cura di) 1969.  F. Fellini in Erotismo 1969, p. 14. Rivista di teatro il Dramma, 1969





Attenti camerati, il nemico e' in un bicchiere di vino ...


Camerati, hanno detto pane e lavoro; ma non è meglio pane e un bicchiere di vino? 


(dal film Amarcord, sui cui temi, infanzia, fascismo, poesia, Italia, carattere, trovate moltissime tag ed altre letture)



 “Rimini e' un pastrocchio, confuso, pauroso, tenero” dove “la nostalgia si fa più limpida” (Fellini, 1974).
 Il film,  vuole essere “commiato definitivo” (ibidem) dal “fatiscente e sempre contagioso teatrino riminese” (ibidem) un addio a “quell'inguaribile adolescenza che rischia di possederci per sempre” [...]  
Come ha scritto Tullio Kezich, è interessante che una denuncia così spietata nei confronti del fascismo, pur con un umorismo leggero, venga da un autore che si dichiarava “impolitico” (Kezich, 2002) [...] 



Fellini osservava che il fascismo e l'adolescenza erano (sono?) in un certo senso “stagioni permanenti” del carattere italiano, sempre bambino con “l'eterna premessa” del regime [...]  “Questa Rimini della mia infanzia ha qualcosa di vagamente repellente (…) un'aria lievemente fetida, un calore esilarante impercettibilmente manicomiale” 


(Fellini, 1974). 



Questi brani sono stati tratti da un numero monografico 

dedicato a Fellini, di Quaderni d'altri tempi, con tre
 interventi originali, che trovate qui per intero. Sono interessanti. 
Immagini dal set e dalle scene di AMARCORD

 



Sono pazzo di quel pazzo



“Carlo Emilio Gadda è un clown  augusto inesauribile, un gigante  entusiasmante, un pazzo favoloso,  un grande acrobata che ti cucina a 
dovere con le sue pagine da applauso”.



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Cultura e brand


France Culture manda in onda un programma su Fellini ed il nostro tempo. 
C'e' un podcast da ascoltare qui. In francese. 

Non basta nemmeno citare i fatturati delle due industrie, quella cinematografica francese e quella italiana, per rispondere ai dubbi sullo stato del nostro paese. 








Preferisco il rumore del mare



No, no

Fellini è un artista, 

è come il cielo, come il mare, 


cambia sempre".


(Giulietta Masina)









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8 minuti e 1/2 di 8 e 1/2



Thomas Berra (1986) riprende gli ultimi 8 minuti e ½ del film sviluppati attraverso una serie di 20 disegni e due grandi tele. Inaugura a Lugano allo SPAZIO 1929, un centro culturale gestito da un gruppo di giovani. QUI.   

O
tto minuti sul set di 8 1/2 di Federico Fellini, quello vero, li trovate invece qui

Bellissimi e rari minuti

Con tutte le donne (Claudia, Saraghina, Pagnocchetta, Carla ...): con una super impostata ma bellissima Cardinale che ride: "non ci sono battute, non ci sono battute" si dispera e dispera i giornalisti. Anche la Saraghina ride. E balla stupendamente. E Sandra Milo. E poi le domande, che fa! 


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Non mi piace la trippa











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Remembers



Mary Ellen Mark Remembers Fellini






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Mon cher Federico, tuo Sim




«È sempre miracoloso scoprire di avere un fratello ... non mi ero sbagliato circa le nostre “affinità elettive”»  scrive il 17 settembre 1969 Simenon a Fellini. E per Fellini,  Simenon è «l’amico più grande che tutti vorrebbero avere».   [...] 


Nata da un'antica ammirazione di F. per di Maigret, l'amicizia fra i due artisti si consolidò quando in qualità di presidente un po' prevaricatore della giuria di Cannes (non tutti erano d'accordo, nonostante la sbandierata unanimità) fece assegnare nel '60 la Palma d'oro a La dolce vita. 17 anni dopo, per il lancio di Casanova, F. accettò di andare a Lausanne per farsi intervistare da Simenon, che su "L'Express" lo proclamò "un poeta maledetto come Villon o Baudelaire o van Gogh o Egar Poe". F. fu molto intrigato dalla crisi senile di "Sim", che negli ultimi anni della sua vita non potendo più scrivere dettò numerosi libri di ricordi e riflessioni al magnetofono; e negli ambienti editoriali si mormorò che il regista avesse avuto una parte, come consigliere sui due fronti, nel clamoroso passaggio dei diritti di Simenon da Mondadori ad Adelphi [...]




Il carteggio segreto e' pubblicato da Adelphi, qui
Un vero dispiacere vederli comportarsi tanto male, in seguito, con la nostra persona, tutto considerato, lo stesso potremmo dire di altre "patacche" del mondo della cultura italiana, che hanno negato il loro ascolto a questo progetto e materiale per anni. 

Il secondo brano e' tratto da FELLINI DEL GIORNO DOPO, di Tullio Kezich, pubblicato dall'associazione Fellini  e dall'editore Guaraldi.  Il libro e' fuori catalogo ma consultabile sebbene difficilmente qui



Questo archivio funziona come una mappa mentale, e per questione di stile tra immagini e testi non ci sono che legami casuali; conosci te stesso potrebbe essere il suo motto, ma non lo e' per davvero, solo fate da soli. E siate gentili, lasciate un messaggio del vostro passaggio, condividete le paginette che vi fossero servite, in fondo tutto quel che serve. I link esterni, sempre indicati come QUI, portano fuori dal blog.