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Quel turco-manno



"Fellini e' un turcottomanno inibito dal cattolicesimo".
















Ironica e compiaciuta nota di Renzo Renzi, critico, intellettuale, amico, 
considerato come un'ombra, collaboratore letterario, di Fellini, poi  
fondatore della Cineteca di Bologna, racconto' 40 anni d'amicizia 
e lavoro  (quattordici volumi curati assieme) e questo lo trovate  qui
La sua vita silenziosa qui
Foto tratta dalla cronaca dello scandalo politico di Renzi, e dalla copertina di un libro.  


Come se lo fosse



«Raccontandomi della sua adolescenza, mi aveva riferito della sua fuga a Bologna con la compagna di scuola Bianchina. Ora, siccome a questa data la Bianchina era andata a stare a Milano, mi sembrò utile avvicinarla per raccogliere altri particolari su questa fuga d'amore. Ma Bianchina mi fermò subito. Lei non era mai fuggita a Bologna con Federico. A questo punto non mi restava che tornare da Fellini per rendere ragione di questa smentita. Fellini non si turbò: «Se non è vero - mi disse - è come se lo fosse». Allora, da quel momento, io non volli verificare più nulla di ciò che Fellini andava raccontando, del resto i suoi racconti erano tutta la sua verità».



Un ricordo di Renzo Renzi, amico, collaboratore, sceneggiatore, per quasi tutta la vita, di Fellini, critico letterario (QUI la sua vita ed opera) e fondatore della Cineteca. Tratto 
da un'articolo de l'Unita'. Qui
Se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. Questo articolo funziona come una mappa mentale, ma tra immagini e testi non ci sono legami che strettamente casuali. 





Tortellini & melodrammi




Un ricordo domestico, tratto da A tavola con l’amico Federico, di Renzo Renzi, collaboratore, amico, sceneggiatore, per anni accanto a Fellini.   Nella foto Fellini al matrimonio di Renzi con Teresa Curtarello.
  



Federico entrò in dimestichezza con la mia famiglia, cioè con mia moglie e mia figlia, nell’occasione del mio matrimonio, quando mi fece da testimone di nozze sul cucuzzolo di San Lorenzo, in collina. Fu in quell’occasione che Fellini cominciò a chiamare mia moglie, Teresina.  Quando lo andammo a trovare a Roma ci portò dalla Cesarina, che prima teneva una trattoria a Bologna, in via Santo Stefano, ma che poi si era trasferita a Roma per seguire la figlia, anch’ella abbastanza fresca di matrimonio. “La Cesarina” era il ristorante bolognese a Roma nel quale ci si dava appuntamento per mangiare i tortellini. Ora, a Roma, in via Sicilia, presso via Veneto, il ristorante ospitava gente dei ministeri, e, insomma, gente di comando. La Cesarina ci aveva portato le sue energiche abitudini di romagnola: una volta che vide una signora molto ingioiellata spegnere la sigaretta nel piatto dei suoi tortellini, le si avvicinò e disse: “La mia bella signora, se non viene più qui mi fa un vero piacere!”. La Cesarina era una delle contadine romagnole che piacevano tanto a Fellini. Un’altra volta la Cesarina pretese di regalare a mia moglie un altro piatto di tortellini perché s’era accorta del pancione che la Teresina aveva, mentre aspettava l’arrivo di Lisetta, nostra figlia.



Ma il vero primo incontro con la nostra famiglia fu a Cinecittà, durante le riprese del “Satyricon”. E precisamente durante una scena nella quale una mulatta con i seni nudi continuava a correre in su e in giù per il set senza che alcuno nella troupe mostrasse segno di turbamento. Poi Fellini ci portò a consumare il pasto nel suo piccolo appartamento. E fu lì che scoprimmo la gran dieta che Fellini stava seguendo, siccome mangiò solo un po’ di insalata scondita. Questo fu anche l’avvio di una serie di pranzi tra Roma e Bologna. Da allora, quasi ogni domenica mattina, Fellini mi avrebbe chiamato al telefono. E se, invece che me trovava la Teresina, subito diceva: “Ma che bella voce che hai, Teresina!”.






Una sera venne a cena con Giulietta. C’erano anche Zangheri e altri amici. A Fellini era stata proposta la regia dell’“Aida”, ad inaugurazione del Teatro Comunale restaurato. Mentre Giulietta caldeggiava la nostra proposta (durante il viaggio gli aveva raccontato la trama dell’“Aida”), Federico era molto perplesso. “Che c’entro io col teatro?”. Il maestro Dellman, per convincerlo, era disposto a fargli sentire tutta l’“Aida” al pianoforte. Ma Fellini non cedette. Il teatro non era il suo mestiere. Eppure... uno dei suoi film più inattesi e più belli, “E la nave va...”, sarà pieno di cantanti e di melodramma che è uno dei suoi molti padri. A tavola si parlava di ogni cosa, del mago Rol e del pittore Balthus, che voleva fargli il ritratto. Qualsiasi argomento era trasmesso dalla sua voce mite: era l’amico con il quale si poteva parlare di tutto. Finché un giorno mia moglie decise che poteva chiederlo. Federico conosceva il suo lavoro, l’avrebbe presentata in una mostra? Forse non tutti, anzi pochi lo sanno, ma mia moglie fa collages che a me sembrano assai belli. In quell’occasione venne apposta a Bologna e Fellini parlò di Teresa alla tv, mentre aveva già scritto il suo pezzo per il catalogo di presentazione della Galleria S. Luca. Teresa gli fece anche un ritratto, che ora si trova a Rimini alla Fondazione Fellini.

È passato tanto tempo. Finché una domenica mattina al telefono chiese a Teresa: “Teresina, siete arrabbiata con me? Non riesco più a fare niente. Mi sento vuoto!”. 

Poco dopo se ne andò.




Il resto del racconto e' qui o cercando nelle tag di questo spazio, creato come una mappa mentale, la vostra e quella de
 la conoscenza,  se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui ed espanso l'universo vostro, come direbbe un poeta. La relazione tra testo ed immagine in questo lavoro e' solitamente del tutto casuale. 



L'esperienza circolare




"Il serpente che si morde la coda e' un simbolo orientale, un simbolo di saggezza. Perché rifiutare il proprio passato, ciò che si e' stati? Occorre rimetterlo sempre in circolo, per rivederlo in una nuova luce, per ridiscuterlo. Perché l'esperienza sia intera".

Dialogo tra Renzo Renzi e Fellini a proposito dei Vitelloni, e di altri progetti di sceneggiature. Citato nel libro delle memorie del suo storico collaboratore alle lettere Renzi. 




Nella foto Google che non ha mai risposto alla richiesta di sostenere questo progetto con dei fondi destinati alla cultura, oggi però omaggia, con un brutto ritratto, ed una bella trovata grafica, Fellini e gli Alieni. Il mondo è pieno di cose incomprensibili.  Condividete la conoscenza, lasciate un messaggio. A destra la mappa semantica per navigare questo archivio, curato da Carlotta Mismetti Capua per 6 anni.