Ho qui trascritto per 7 anni quello che Federico Fellini (5 Premi Oscar) ha detto, inventato o lasciato dire di sé: ma poco di cinema, molto sul mistero dell'arte e quello umano. Cercate voi stessi, come rabdomanti, e le cose che vi servono amatele. Non amava monumenti e pescecagnacci, ma bambini e donne. Per donare: carlotta.mc@gmail.com. Chi sono: https://about.me/carlotta.mc
La mediazione
Vedi, Angelo, questa Chiesa la possiamo e la dobbiamo criticare, per liberare delle tante possibili oppressioni, ma credo che dobbiamo essere anche molto onesti. L'uomo ha bisogno di una mediazione tra lui e il maestro. In questa ottica la Chiesa costituisce una grande e fortunata presenza. Capisci?. Una presenza che non si può eludere, la mediazione tra l'uomo ed il mistero. Il dramma e' quando la mediazione si fa mistero essa stessa. Allora si moltiplicano non solo le confusioni, ma anche le repulsioni ....
Angelo Arpa
L'arpa di Fellini
edizioni Oleandro
pagina 136
NdR
Quel Vedi iniziale
non sa tanto di letterale
Proteggete la conoscenza, condividete questo post, con chi amate preferibilmente, i pulsanti sono in basso, e se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui.
Il megalomane Michelangelo
Non c'era Papa
abbastanza grande
per Michelangelo,
non c'e' produttore
abbastanza grande per Fellini,
disse di lui Rossellini. Che forse lo odiava.
Proteggete la conoscenza, condividete questo post, c'e' anche uno spazio vuoto per i pensieri o i sentimenti, se quello che leggete vi riguarda, almeno, contribuirete al lavoro. Le immagini ed i testi per ragioni di stile non sono legate in questo archivio, che funziona invece come una mappa mentale, conoscete voi stessi. Foto bellissima, omaggio a Morandi, dentro La Dolce Vita.
Uno strano pellegrinaggio

Federico Fellini è attualmente in Italia la persona più carica di misteri. Per il suo nuovo film, Giulietta degli spiriti, Fellini ha girato penisola e isole per oltre due mesi visitando i più strani o addirittura inverosimili personaggi, maghi, indovini, streghe, invasati, medium, astrologi, operatori metapsichici, depositari di occulte potestà, ne ha fatto una scorpacciata, ne è rimasto saturo.

Mi parla a lungo anche di "zio Nardu", un bizzarro vecchio che diventava cavallo. Abitava in una povera bicocca fuori Nuoro. Fellini ci andò accompagnato da un pretino in fama di buon esorcista. Arrivati alla casa di zio Nardu, dovettero aspettare due ore perché lui non voleva aprire. Alla fine si spalancò la porta e zio Nardu apparve, un vecchietto di settant'anni, all'apparenza niente di straordinario. Come vide il prete, si fece il segno della croce. Salutò in tono piuttosto servile. Subito il pretino lo redarguì severamente: "Ti vuoi convertire finalmente? la devi smettere di trasformarti in bestia! Altrimenti finirai all'inferno..." E lui diceva di sì, era pentito, prometteva di non farlo più, lacrime gli colavano dagli occhi. A questo punto intervenne Fellini; il pretino, continuando così, gli avrebbe rovinato tutto quanto. "Sì, zio Nardu, tu devi convertirti" disse il regista. "Sono venuto apposta da Roma per parlare con te. Ma, per dimostrarti la sua benevolenza, la Chiesa ti dà il permesso di diventare bestia ancora una volta." A quelle parole zio Nardu si rianimò, fece una grande risata, poi si mise a parlare velocemente, non si capiva una parola, sembrava recitasse una filastrocca di nomi messi insieme senza nesso
Per ultimo ho chiesto a Fellini: "Di tutte queste esperienze, di tutte queste stregonerie, c'è stata qualche ripercussione nella realizzazione del film?"
QUALCHE DETTAGLIO PRATICO:
Qui un marcetta "di Carlotta", composta pare, dal vero Maestro Rota.
L'inconoscibile passato
L'idea di fare un film su la paganita', come Satyricon, di studiare cosa poteva essere un uomo prima dell'avvento del cristianesimo, di disegnare la psicologia di un essere privo di prospettive sul significato della sua vita, e delle sue azioni, mi stimola
molto. Petronio poi, anche a scuola, mi aveva affascinato per la questione dei frammenti, che per forza di inducono a riempire le parti mancanti [...]
Brano tratto da Il Popolo, intervista del 1968. Le immagini da Satyricon. Infondo al post trovate un piccolo spazio bianco da riempire con un pensiero, un'emozione, se vorrete, e anche per condividere la conoscenza, e proteggere questo lavoro. Grazie.
Le forze terribili ci abitano
“Ciò che fa Gustavo Rol è talmente
meraviglioso che diventa normale; insomma, c’è un limite allo stupore. Infatti le cose che fa, lui li chiama giochi, nel momento in cui le vedi per tua fortuna non ti stupiscono, ma nel ricordo assumono una dimensione sconvolgente. Com’è Rol? A chi assomiglia? Che aspetto ha?
È un po’ arduo descriverlo. Ho visto un signore dai modi cortesi, l’eleganza sobria, potrebbe essere un preside di ginnasio di provincia, di quelli che qualche volta sanno anche scherzare con gli allievi, e fingono piacevolmente di interessarsi ad argomenti quasi frivoli. Ha un comportamento garbato, impostato ad una civile discrezione, contraddetta talvolta da allegrezze più abbandonate, e allora parla con una forte venatura dialettale che esagera volutamente, come “Macario”, e racconta volentieri barzellette.
Credo che la ragione di questo comportamento sia nella sua costante e previdente preoccupazione di sdrammatizzare le attese, i timori, lo sgomento che si possono provare davanti ai suoi traumatizzanti prodigi di mago.
Ma, nonostante tutta questa atmosfera di familiarità, di scherzo tra amici, nonostante questo suo sminuire, ignorare, buttarla sul ridere per far dimenticare e dimenticare lui per primo tutto ciò che sta accadendo, i suoi occhi, gli occhi di Rol non si possono guardare a lungo. Son occhi fermi e luminosi, gli occhi di una creatura che viene da un altro pianeta,gli occhi di un personaggio di un bel film di fantascienza. Quando si fanno “giochi” come i suoi, la tentazione dell’orgoglio, di una certa misteriosa onnipotenza, deve essere fortissima. Eppure Rol sa respingerla, si ridimensiona quotidianamente in una misura umana accettabile. Forse perché ha fede e crede in Dio. I suoi tentativi spesso disperati di stabilire un rapporto individuale con le forze terribili che lo abitano, di cercare di definire una qualche costruzione concettuale, ideologica, religiosa, che gli consenta di addomesticare in un parziale, tollerabile armistizio la tempestosa notte magnetica che lo invade, scontornando e cancellando le delimitazioni della sua personalità, hanno qualcosa di patetico ed eroico”.
Qui il "suo" (cosiddetto) testamento audio, conservato dal fratello: qui invece qualche notizia sulla sua vita per chi proprio non ne avesse mai sentito parlare. Su questo argomento troverete qualche altro brano e video, cercando il nome di Rol, magia, Torino, qualche volta anche calabrone, e lascio che lo scopriate da voi.
Paradiso Fellinesque
"Il cammino e' arduo, ma ben tre donne verrano in suo aiuto. La vergine, Lucia, e Beatrice. Un flusso di luce beata che invade così l'anima del poeta, che riprenderà' vigore e punterà' su Beatrice tutte le sue speranze. Perché e' Beatrice che si farà' intermediaria tra lui e Dio, e' sempre Beatrice che diraderà' le ombre e le inquietudini del pellegrino, facendogli superare i passi piu' difficili ed introducendolo alla scoperta di nuovi cieli. Beatrice diventa così simbolo di grazia, di bellezza, di verità e di pienezza, perduta com'e' in quell'amore che mi fa parlare ....

Al di la' di questo canto il cuore si dilata in un respiro pieno: il viaggio sara' lungo ed il cammino alto e silvestre ma lassa ormai brilla una stella ... ".
(traccia di un soggetto su Dante e Beatrice, dato dal regista Fellini a Padre Angelo Arpa, e così riportato nel libro L'Arpa di Fellini, edizioni Oleandro. Immagini, vagamente ispirate all'Inferno di Dante, tratte dal Satyricon, ad evocare, genericamente "La divina commedia").
Questo archivio si usa come una mappa mentale, lasciando un messaggio contribuite alla conoscenza. Su questo tema potreste trovare altre voci e brani cercando: incompiuti, poesia, arpa.
La suggestione invincibile

“Ma ecco che qualche cosa di misterioso, un’inconscia e invincibile suggestione, sembrò neutralizzare tutto quell’apparato di irriverente spettacolarità: la troupe, una troupe romana di cinema, ossia la miscela più inattaccabile di burbanza pretoriana e sonnolento scetticismo, che non si scompone per organica refrattarietà né davanti a miracoli né a catastrofi, al momento dell’apparizione del papa, concepita come una specie di immacolata, candida, sfavillante epifania, incorniciata dentro una grande trina di oro rilucente e contro una ruota sfolgorante che dietro la sua figura emanava bagliori di luce intensissima e raggiante, si fece via via sempre più silenziosa. Solo vocii smorzati, parole sussurrate, bisbigli. [...] La figura del papa, così ieratica e irraggiungibile, così sontuosamente e disumanamente regale, agiva con la forza occulta dell’archetipo, imponendoci anche nell’artificio una specie di ipnotica, incantata soggezione. La suggestione insomma era più forte della consapevolezza che eravamo stati noi a crearla, a trasmetterla, a suscitarla”.
Il maestro che ti guida conosce più di te
Lettera a Dino De Laurentis, 1965, riportata inedita ed interamente nel libro Il viaggio di G. Mastorna, Quodlibet Compagnia Extra. Questo archivio funziona come una mappa mentale, per associazioni libere, cercate da soli: le immagini solitamente non sono legate ai testi, mentre sempre i link esterni restano esterni, per rispetto della cultura digitale, che questo piccolo spazio testimonia; poi lasciate una traccia del vostro passaggio qui, se volete.