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Il proprio cuore


"Il neorealismo italiano e' un modo di pensare che e' stato nefasto, 
E ha contribuito alla degradazione del cinema, l'ho detto. Ma in un contesto polemico. Perché alcune volte tutto l'aspetto artigianale, la conoscenza, il lavoro, la fatica dell'espressione, veniva svalutato. 
Non e' che chiunque puo' prendere una macchina in mano, e da solo può fare il neorealismo. Il solo vero, poi, che non era attratto da passioni politiche, e' stato solo quello di Rossellini. Vale a dire che il modo di guardare le cose, non il metodo, e' la maniera neorealista. 
Lo dicevo per distinguere dalla storia inventata, la storia reale italiana ...  Io credo che uno possa fotografare solo il proprio cuore". 









Il resto dell'intervista di  Christian Defaye,  realizzata alla Tv,  in occasione de l'uscita nelle sale francesi de "L'Intervista" nel 1987, e' qui.  Codesto archivio digitale funziona come una mappa mentale. Le immagini quasi mai sono legate ai testi, per scelta. Ogni volta che trovate la parola "QUI" andate su un sito esterno, per un audio o un video, o qualche volta un iper-testo, Google permettendo (se trovaste link rotti siete pregati di segnalarglielo-celo, grazie).

Eravamo maghi bambini


Cosa avete fatto per davvero?
 "Quello di fare qualche cosa di poetico che possa tener compagnia alla gente. Lui diceva che eravamo maghi bambini".
Cosa le manca di Fellini?
"Vede, tanto si dice che manca sempre tutto, perché è una grande amicizia e poi è questa montagna di memoria, questi continui suggerimenti di vivere camminando un po' sollevati da terra, i nostri colloqui nel suo studio, dove lui amava restare, non era un amante dei viaggi, perché diceva "i viaggi li facciamo con la memoria", era stupendo sentir parlare dei suoi viaggi verso l'infanzia e dei suoi viaggi verso paesi che non aveva mai visto e che aveva l'impressione di vedere stando fermo".
Che cosa legava Fellini a Rota?"Bah... è come se mi chiedesse qual è il segreto per fare una buona polenta oppure qual è la cottura giusta della pasta, che se si sbaglia di un attimo... è un odore, il segreto è che andavamo incontro a un odore".
Come lavoravate?"Nella nostra vita non avevamo delle cose mostruose per inventare parole o immagini. Eravamo persone che stavano pensando a un piatto di spaghetti e alla mortadella!"
E l'amore?"
No! L'ultima frase Fellini la disse a Enzo Biagi negli suoi ultimi giorni: stava morendo e diceva 'innamorarsi ancora una volta!Nella vita quello che conta è diventare questa nuvola imprecisa e grandiosa che è il momento dell'amore".


Tonino Guerra 
risponde a qualche domanda
ricordi, tutto tratto da qui

QUALCHE DETTAGLIO PRATICO PER ANDARE AVANTI:   
Dove ho potuto ho citato la fonte. Fatelo anche voi, questo è un lavoro autoriale, protetto dalle leggi del copyright, nella Unione Europea, ed ospitato su Google. Le immagini non sono mai o quasi mai legate ai testi, per motivi di stile e per le stesse ragioni invece quando uscite dal sito dovete ritornarvi da voi: se trovate un link esterno rotto vi prego di avvisarmi. Se il brano è mio, raro, viene indicato anche nelle tag, come "la nana di fellini". Trovate qualcosa su Twitter, in inglese. L'archivio funziona come una mappa mentale, cercate da soli, attraverso la semantica poetica che trovate alla vostra destra.
Qui un marcetta "di Carlotta", composta pare, dal vero Maestro Rota. Ringrazio commossa. 








Proviamo a salvarci noi












Ma non sono neanche Maestro. Mi chiami Fellini o, se preferisce, Federico [...] Io penso che ci sarà in futuro un cinema catacombale, frequentato da pochi fedeli che si faranno fra loro segni di riconoscimento [...] Ma la tv non ha bisogno di essere salvata! Esiste, ed è la conquista più straordinaria di questo secolo. Si potrebbe tentare di renderla più educatrice. Ma ci vorrebbe la sicurezza di un' ideologia, o la saggezza di una grande esperienza. E chi potrebbe farlo? Ci sarebbero i maestri? Proviamo a salvarci noi, ritroviamo un po' di silenzio, riprendiamo il colloquio con noi stessi. Cerchiamo di ricostruirci un' esistenza non più minacciata dalla stupidità e dalla prepotenza e che invece cerchi il miracolo, il prodigio. Anche la tv allora potrebbe fare moltissimo [...]  Brandelli tratti dalla conferenza stampa di Ginger e Fred, riportata da Alberto Arbasino, per la Repubblica, febbraio 1986



L'audience


Lo stravolgimento di qualsiasi sintassi articolata ha come unico 

risultato quello di creare una sterminata platea di analfabeti 
pronti a ridere, a esaltarsi, ad applaudire tutto quello che è veloce, 
privo di senso e ripetitivo




Proteggete la conoscenza, condividete questo post, con chi amate preferibilmente, i pulsanti sono in basso, e se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. 

L'artista non lo sa!




"Come mai ad un film, e quindi al suo autore, si attribuisce il dovere carismatico di risolvere questioni che non hanno niente a che fare con il suo lavoro? Perché da un film si pretendono risposte chiare, nette, definitive sulla vita, sul mondo, sui grandi problemi? Un film invece, se è un prodotto artistico, non ha intenzione di indicare le strade nelle quali il mondo dovrebbe muoversi".


F. Fellini ne Il Tempo del 5 novembre 1978, intervistato dal critico  G. L. Rondi.  
Sul tema del lavoro del poeta, del cinema, dell'artista, parola che Fellini non amava, sul suo lavoro di sutura come lo chiamava, trovate molti brani, trascritti o audio, ed in particolare cercando: medium, pericoli, perizia, poesia. Questo piccolo archivio appare come una mappa mentale, se navigate tra le parole, le  trovate alla destra del vostro schermo, segnerete un vostro cammino; infondo alla pagina potete lasciare un messaggio, nello spazio apposito, vuoto come un fumetto, oppure potete condividere i post e contribuire a questo lavoro.  



Quel che la mamma dice




"Sì, i ricordi però guarda che me li invento, molte volte. 

Non riesco più a farne una distinzione tra le cose che sono 
proprio accadute, tanto è vero che mia mamma ogni tanto 
mi dice: 

Ma quando mai tu sei scappato dal circo? Ma quando mai hai fatto…?  Ma quando mai sei stato in collegio?  
Invece a me pare proprio che è successo, vedi un po’  cosa vuol dire avere un’immaginazione accesa" 

(pag. 21).   

Scritti e immaginati  – I film mai realizzati di  Federico  Fellini (Guaraldi editore: le immagini invece sono dal film l'Intervista con l'attore Rubini e la vera Anita) del giovane Alessandro Casanova, riminese, classe 1980, rimette insieme  alcuni documenti: soggetti, appunti, idee per film da realizzare, che non si fecero. MAterial originale, ed inedito.  Dunque, ecco:  A) soggetto integrale di Moraldo in città (pubblicato a puntate sulla rivista "Cinema" nel corso del 1954) B) il progetto del film Les femmes libres de Magliano (pubblicato nei "Cahiers du cinéma" nel luglio 1957) C) il soggetto di A journey with Anita (pubblicato nel 1983 unitamente  a Moraldo in the city dall’University of IllinoiD) il progetto 1970: notes sur "Une femme inconnue" (pubblicato nella rivista "Positif" nel 1977-78) E) gli appunti per la serie Poliziotto, storia vera di Nicola Longo, 1982, inedito. Uno dei capitoli più interessanti è quello dedicato a Il viaggio di G. Mastorna, che Fellini avrebbe dovuto girare dopo Giulietta degli spiriti e che mai  fece  (tracce di quel film mai realizzato sono riscontrabili in quasi tutte le sue opere successive, fino a La voce della luna, come abbiamo riportato anche in questo archivio: un fertilizzante, lo definisce Fellini). 

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Acchiappa fantasmi








Una vecchia intervista in inglese, dove Fellini racconta l'arte non facile di fare casting. Con un inglese trasognato ma corretto, e la sua vocina dolce e gentile. "Il cast e' molto importante, perché e' la prima volta che posso materializzare i miei fantasmi, e posso davvero capire chi, tra migliaia che vedo, davvero ha qualcosa a che vedere col mio film. Per questo e' un momento difficile ma pesante, perché devo scegliere, e quindi come sempre e' il decidere non e' facile, anche perché so che  quelle scelte saranno il cuore del film".

Qui l'intervista integrale. Per appassionatissimi.









Questo a
rchivio funziona come una mappa mentale, per associazioni libere, cercate da soli: le immagini solitamente non sono legate ai testi, mentre sempre i link esterni restano esterni, per rispetto della cultura digitale, che questo piccolo spazio testimonia; poi lasciate una traccia del vostro passaggio qui, se volete. 




La partenogenesi dei ricordi

Sono un narcisista, e non sono interessato se non parlo di qualcosa che conosco bene. I ricordi raccontati da un autore, ma anche in un quadro,  creano poi nuovi ricordi. Sono stato definito il regista della memoria, e dei ricordi, e tra le due preferisco la prima. La memoria mi pare  una definizione piu' pertinente, i miei ricordi possono cambiare, sono aneddoti, mentre la memoria e' un sentimento, una dimensione costante almeno. I film riguardano la memoria, che non e' solo il passato, ma anche il presentimento di un futuro, che mi pare che racconto storie che ho sognato, vissuto, inventato, ma anche che si arricchiscono del presente. 

Il resto dell'intervista in francese e' qui

Proteggete la conoscenza, condividete questo post, i pulsanti sono in basso; altrimenti e se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. L'archivio funziona come una mappa mentale, conoscete voi stessi, cercando nella colonna alla destra dello schermo. Mentre le immagini ed i testi per ragioni anche di stile non sono legate in alcun modo. 



Flash Gordon scappa nel passato


Satyricon non un film storico, ma un film di fantascienza. La Roma di Ascilto, Encolpio, Trimalchio, più remota e fantastica dei pianeti di Flash Gordon, perchè Satyricon è un po' Flash Gordon, certi fumetti Nerbini degli anni 30, disse Fellini, mentre lo presentava ...  


Qui il video. 





Proteggete la conoscenza, condividete questo post, con chi amate preferibilmente, i pulsanti sono in basso, e se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. L'archivio che state usando funziona come una mappa mentale, partendo dai vostri interessi o anche a caso, d
alla destra del vostro schermo, conoscete voi stessi. Le immagini solitamente non hanno legami coi testi, per scelta. 




Le idee bugiarde

Non sono protetto, sostenuto, guidato da nessuna ideologia, ne' religiosa, ne' politica. Sono veramente un cantastorie.

Parto sempre da un sentimento, 
da un ricordo, da una nostalgia,
non da un'idea.







Proteggete la conoscenza, condividete questo post con chi amate, oppure lasciate infondo alla paginetta un messaggio per far sapere che siete transitati da qui. L'archivio funziona come una mappa, navigate dentro voi stessi. La relazione tra testo e immagine qui nei post non esiste, fa da unico stile il caso. 
 

Chaplin for ever


used this genius song by  

to underscore a scene in in

Here his most loved movies of all time:



  1. The Circus/City Lights/Monsieur Verdoux (1928,31,47, Charles Chaplin)

  2. Any Marx Brothers or Laurel and Hardy
  3. Stagecoach (1939, John Ford)
  4. Rashomon (1950, Akira Kurosawa)
  5. The Discreet Charm of the Bourgeoisie (1972, Luis Bunuel)
  6. 2001: A Space Odyssey (1968, Stanley Kubrick)
  7. Paisan (1946, Roberto Rossellini)
  8. The Birds (1963, Alfred Hitchcock)
  9. Wild Strawberries (1957, Ingmar Bergman)
  10. 8 1/2 (1963, Federico Fellini)



In fondo a questa paginetta ci sta uno spazio vuoto, predisposto come un fumetto, per scrivere voi medesimi qualcosa: se lascerete un messaggio anche voi sarete passati da qui. La mappa che state usando funziona colle libere associazioni, conoscete leggendo, mentre in questa specie di archivio in movimento, le immagini ed i testi non hanno quasi mai relazione. Dove vedete scritto "QUI" si deve cliccare per ascoltare un audio o video.

Gelsomina, Zampanò e il Matto sono un'unica persona



"Molte delle esperienze ed emozioni che Federico attribuisce  
alla protagonista del film sono cose sue. Quella scuoletta  clericale, quel preside bigotto, quella paura dell'inferno.  Ma sono i collegi dei preti che ha fatto lui in Romagna.  E così quella visita al santone indiano: c'era andato lui, che in quel periodo si interessava di queste cose. In realtà tutti i personaggi che ho fatto io non sono Giulietta Masina, sono in gran parte Federico. Cabiria è Federico. 

Non si può capire La strada se non si accetta il fatto che Gelsomina, Zampanò e il Matto sono un'unica persona. Certo qua e là ci sono anche cose mie e di altri, 
ma fondamentalmente tutti i personaggi di Federico sono degli autoritratti."



Giulietta Masina commenta (riportato in Il Fellini 
del giorno dopo, Guaraldi editore) le scelte, la psiche 
e alcuni dei film piu' importanti di Fellini. Nelle foto le mie facce preferite, quelle del film storico su Roma tratto da Petronio. 


In basso ci sta uno spazio vuoto, predisposto come un fumetto, per scrivere pensieri o sentimenti, oltre ai pulsanti per condividere questo post con chi vi sta simpatico: se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. Proteggete il lavoro dei poeti, delle donne, condivide la conoscenza. 


Il pensiero dondola


"Il sogno 

dilata 


le cose"










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Once we where





Realism is a bad word. 
In a sense everything is realistic.
I see no line between the imaginery and the real












Nella foto tutti giovani e geni. In basso ci sta uno spazio vuoto, predisposto come un fumetto, per scrivere pensieri o sentimenti, oltre ai pulsanti per condividere questo post con chi vi sta simpatico: se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. Proteggete il lavoro dei poeti, delle donne, condivide la conoscenza. 

Causa venti fortissimi


Fellini non volendo presentarsi a Venezia per la proiezione di un film, inviò a Longardi, direttore dell'ufficio stampa della Metro Goldwyn Mayer, da via Margutta un telegramma fingendosi su uno yacht: "Caro Marietto forti venti allontanano il battello sempre di più da Venezia stop avverti con cautela tutti gli amici ma non mi va proprio di venire stop telegraferò da Pantelleria, tuo Federico". 







Tra le parole e le immagini non ci sono legami in questo archivio, se non fantasiosi e questo ovviamente per scelta: come tra le parole e quasi sempre le cose. 
Funziona invece come una mappa mentale, per andare liberamente dentro il vostro mondo, e nel suo, con l'uso della colonna alla destra del vostro schermo; assaporando un post alla volta, come fossero ciliegie. 
Lasciate un messaggio, per condividere quelle per voi nutrienti, e contribuire a questo lavoro. 





Verde e qualcosa

Fellini, Rotunno, a Rimini 

Fellini cercava di apprendere i segreti di Rol. Gli chiedeva sempre “la formula”. 
Finché Rol gli disse: “È semplicissimo: il colore verde, la quinta musicale e il calore”». 
“Il cinema mi ha risucchiato, ma io 
volevo fare il mago” diceva. Mah. 

Il resto di questo racconto, tratto dal Corriere della Sera del 2012, e' qui.  Condividete la conoscenza, proteggete il lavoro delle donne e dei poeti: se lascerete un messaggio infondo al post altri sapranno che siete passati anche voi qui. Grazie. 








Caro Fratello, caro Moebius




Primavera 1979

Federico, Avrei voluto scriverti il giorno stesso del nostro incontro, poi il giorno dopo, poi tutti i giorni … ma il programma di un viaggiatore è imprevedibile, e ad ogni modo il mio è davvero carico. E così solo ora sono finalmente in grado di soddisfare il mio desiderio.

Naturalmente pensavo di esprimere i miei ringraziamenti, come è d’uso fare … ma la forza di quel che ho provato durante il nostro incontro è tale che la cornice delle abitudini mi sembra scoppiare in mille pezzi.
Sento ancora l’energia positiva che improvvisamente mi ha avvolto, non appena ci siamo visti, come se un angelo ci stesse avvolgendo con la sua aura calorosa. Sento ancora la bontà delle tue braccia quando mi hai stretto a te, come se fossi improvvisamente diventato un ragazzo stretto affettuosamente da uno zio gigantesco …
Che esperienza! Raramente ero stato immerso in un simile bagno di giubilo interiore, con una bella schiuma di soddisfazione intellettuale e un simile profumo di giustezza spirituale.
Smetto qui di violare il tuo pudore con i miei complimenti, abbiamo già dovuto farteli mille volte. Sappi tuttavia che hai fatto un dono meraviglioso a Moebius, e che l’occhio che aiuta a scegliere la giusta luce non è stato stimolato solo sul piano materiale.
Spero di avere un’altra occasione di incontrarti … Nel frattempo ti auguro buona vita, con amore, amori e luci, e luce! … M.





23 giugno 1979

Caro Moebius,
Tutto ciò che fai mi piace, anche il tuo nome mi piace. Nel mio film Casanova, ho chiamato il vecchio medico-erborista omeopatico, metà mago metà stregone, “Moebius”. Era il mio modo di mostrarti il mio affetto e riconoscenza, perché sei davvero meraviglioso. Non ho mai avuto il tempo di dirti quanto e perché. Spero di potertelo esprimere ora.
Sono nel bel mezzo delle riprese, e come al solito mi sento sospeso come in un delirio febbrile – forse questa volta anche un po ‘più febbrile del solito. Talvolta ho la netta sensazione di dovere ancora iniziare le riprese, eppure altre volte mi sento come se avessi già finito molto tempo fa. Vivo come se fossi sospeso in uno dei tuoi universi obliqui, senza peso.
Mi dispiace che questa lettera sia un po ‘affrettata e forse tenda a divagare, tanto più perché la gioia e l’entusiasmo che mi danno i tuoi disegni richiederebbe la massima precisione, e vorrebbero che ti dicessi tutto, subito e tutto insieme.
Lasciami allora almeno dire che, scoprendo ciò che fai tu, e i tuoi colleghi a Métal Hurlant, ho subito ritrovato una sensazione toccante – come di fronte a un appuntamento meraviglioso che ci era periodicamente promesso – che avevo conosciuto solo da bambino, tra due consegne del nuovo numero del “Giornalino della Domenica”, che portava i racconti delle avventure di “Happy Hooligan” e dei “Katzenjammer Kids”.
Che grande regista saresti! Ci hai mai pensato?
Ciò che più stupisce nei tuoi disegni è la luce, soprattutto nelle tavole in bianco e nero: una luce fosforica, ossidrica, come una luce perpetua, che viene dai limbi solari…
E’ un mio vecchio sogno riuscire a realizzare un film di fantascienza. Ci penso da tempo, e ci pensavo da ben prima che venisse la moda attuale per questi film. Tu saresti senza dubbio il collaboratore ideale, ma penso che non ti interpellerei mai, perché sei troppo completo, la tua forza visionaria è troppo forte: cosa mi resterebbe da fare, in queste condizioni?
Ecco perché, caro Moebius, non ti dico che questo: continua a disegnare favolosamente, per la gioia di noi tutti.
Buon lavoro e buona fortuna, Federico Fellini


Infondo al post troverete un piccolo spazio per lasciare un messaggio, e il modo di condividerlo. Condividere la conoscenza protegge questo lavoro, le donne, i poeti. Grazie.  

L’immobilità delle farfalle

"Il mondo dei fumetti potrà prestare generosamente al cinema le sue scenografie, i suoi personaggi, le sue storie, ma non la sua suggestione più segreta, ineffabile, che è quella 
della fissità, l’immobilità delle farfalle trafitte da uno spillone".





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Ogni uomo e' stato bambino

«Ero capace di restare intere giornate aggrappato su una finestra molto alta dal pavimento della stanza, pressoché immobile, per potere attirare l'attenzione di chi girava per casa fino al punto che questi dicessero: Ma com'è strano questo ragazzino. Chissà cosa pensa, chissà cosa vede».





Poi abbiamo visto cosa vedeva, come vedeva. Della sua infanzia parla poco e ripetendo spesso le stesse cose, il collegio, la noia, il circo, i fumetti.   Infondo al post trovate un piccolo spazio bianco da riempire con un pensiero, un'emozione, se vorrete, e anche gli artifici per condividere la conoscenza, ed  in qualche modo gentile proteggere questo lavoro. 


Le mine negli occhi



"Il telespettatore e' lo stesso pubblico del cinema, sono compagni di viaggio, gli amici che si vanno a prendere a l'aeroporto. Continuo a sostenere, e ho detto, che la televisione ha inflazionato l'autorità', il prestigio, del cinema. Bombardati come siamo da questa piccola macchina che e' alla casa, miliardi di immagini su tutto, ci priva anche la possibilità' di sognare, e questo ha degradato l'immagine, facendola diventare qualcosa di banale, che ha perso l'autorità' suggestiva dell'immagine, e questo ci ha portato a rinunciare al cinema, a dimenticarlo". 


Il resto qui.




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