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Proviamo a salvarci noi












Ma non sono neanche Maestro. Mi chiami Fellini o, se preferisce, Federico [...] Io penso che ci sarà in futuro un cinema catacombale, frequentato da pochi fedeli che si faranno fra loro segni di riconoscimento [...] Ma la tv non ha bisogno di essere salvata! Esiste, ed è la conquista più straordinaria di questo secolo. Si potrebbe tentare di renderla più educatrice. Ma ci vorrebbe la sicurezza di un' ideologia, o la saggezza di una grande esperienza. E chi potrebbe farlo? Ci sarebbero i maestri? Proviamo a salvarci noi, ritroviamo un po' di silenzio, riprendiamo il colloquio con noi stessi. Cerchiamo di ricostruirci un' esistenza non più minacciata dalla stupidità e dalla prepotenza e che invece cerchi il miracolo, il prodigio. Anche la tv allora potrebbe fare moltissimo [...]  Brandelli tratti dalla conferenza stampa di Ginger e Fred, riportata da Alberto Arbasino, per la Repubblica, febbraio 1986



L'audience


Lo stravolgimento di qualsiasi sintassi articolata ha come unico 

risultato quello di creare una sterminata platea di analfabeti 
pronti a ridere, a esaltarsi, ad applaudire tutto quello che è veloce, 
privo di senso e ripetitivo




Proteggete la conoscenza, condividete questo post, con chi amate preferibilmente, i pulsanti sono in basso, e se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. 

Un cretino impaziente



Sono estraneo alla televisione. Non mi attrae. 

Non mi crea curiosità. Non credo sia un mezzo di espressione, ma un mezzo di distribuzione. 
Puo' trasmettere perfino film, restringendoli, modificandoli, deformandoli, riducendoli a cartoline. Le continue interruzioni sono un arbitrio, non solo verso l'opera o l'autore, ma anche verso lo spettatore, che si abitua ad un linguaggio singhiozzante, a tante piccole ischemie dell'attenzione, che alla fine ne faranno un cretino impaziente. Incapace di collegamenti mentali, di previsioni e anche di quel senso di musicalità, di euritmie, e armonia che sempre
 accompagna qualcosa che viene raccontato [...].



Proteggete la conoscenza, condividete questo post, c'e' anche uno spazio vuoto per i pensieri o i sentimenti,  se quello che leggete vi riguarda, almeno, contribuirete al lavoro. Le immagini ed i testi per ragioni di stile non sono legate in questo archivio, che funziona invece come una mappa mentale, conoscete voi stessi.






da Italiani ribellatevi, Panorama, intervista del 1985. Prego notare la data. Inoltre nella foto, piu' o meno siamo li, la visita di Antonioni a Fellini, sul set de La Nave va. Inutile  commentare la perdita di collegamenti, euritmie, bellezza. Proteggete la conoscenza, condividete questo post, con chi amate preferibilmente, i pulsanti sono in basso, e c'e' anche uno spazio vuoto per i pensieri o i sentimenti, che voleste condividere, se quello che leggete vi riguarda, vi serve: per me, per questo lavoro, se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. Grazie).





La debolezza dei poeti




Guido Crainz, storico che ama raccontare la storia coi coriandoli della cultura pop e non solo dei documenti, racconta Ginger e Fred, uno dei tanti film in cui Fellini, sordo alla propaganda e colle antenne sempre verso cio' che accade, seppe anticipare l'invasione della TV, la funerea decadenza, i nani vestiti da toreri, la cialtroneria show biz e l'arrivo di Berlusconi. Una preveggenza che gli costo' cara,  che lascia nei suoi ultimissimi film, meno amati, meno dirompenti, messaggi inevasi.

"L'anno prima Calvino racconto' la storia dell'Ultimo Canale, un matto che urlava contro la tv e lanciava il telecomando, un uomo che cercava un canale autentico, che gli raccontasse la vera realtà, la vita, nel suo telecomando" ricorda Crainz. 



La Voce della Luna, definito da Fofi, feroce, poetico e tragico, sempre seppe raccontare prima dei tempi un'Italia deformata. "Fin dall'inizio, dalla Dolce Vita, Fellini ci ha raccontato una deriva" sostiene Guido Craiz, e con tempismo perfetto se guardiamo agli anni in cui uscirono i suoi film più importanti, incluso Ginger e Fred "fino a quando ne la Voce della Luna, la speranza Leopardiana  e' lasciata ai deboli, ai fragili, agli ultimi". 







In basso ci sta uno spazio vuoto, predisposto come un fumetto, per scrivere pensieri o sentimenti, oltre ai pulsanti per condividere questo post con chi vi sta simpatico: se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. Proteggete il lavoro dei poeti, delle donne, condivide la conoscenza. 



Le mine negli occhi



"Il telespettatore e' lo stesso pubblico del cinema, sono compagni di viaggio, gli amici che si vanno a prendere a l'aeroporto. Continuo a sostenere, e ho detto, che la televisione ha inflazionato l'autorità', il prestigio, del cinema. Bombardati come siamo da questa piccola macchina che e' alla casa, miliardi di immagini su tutto, ci priva anche la possibilità' di sognare, e questo ha degradato l'immagine, facendola diventare qualcosa di banale, che ha perso l'autorità' suggestiva dell'immagine, e questo ci ha portato a rinunciare al cinema, a dimenticarlo". 


Il resto qui.




Questo archivio funziona come una mappa mentale, per associazioni libere, cercate da soli: le immagini solitamente non sono legate ai testi, mentre sempre i link esterni restano esterni, per rispetto della cultura digitale, che questo piccolo spazio testimonia; poi lasciate una traccia del vostro passaggio qui, se volete. 













Il Far-West ed i galantuomini


Il giornalista Enzo Biagi intervista Federico Fellini, QUI il video.

Un ricordo di una televisione d'altri tempi, meno trucida, e nella quale si parlava italiano.




 



Codesto archivio digitale funziona come una mappa mentale, appoggiandovi come dalla destra dello schermo. Condividete questo post oppure, forse meglio se lascerete un segno del vostro passaggio nei commenti, arricchirete questo lavoro. Le immagini quasi mai sono legate ai testi, per scelta. Ogni volta che trovate la parola "QUI" andate su un sito esterno, per un audio o un video, o qualche volta un iper-testo. 





L'America che ammira il talentaccio


  • Qui trovate on line e gratuitamente un documentario sperimentale, trasmesso in TV nel 1969 per il pubblico americano.

  • In A Director’s Notebook Fellini introduces himself to America in experimental documentary (on TV,1969, here for Free)




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Il soffritto della TV



[...] non penso che la televisione sia un mezzo di espressione; è soltanto un mezzo di distribuzione che, sì, può trasmettere anche film, ma restringendoli, modificandoli, deformandoli, riducendoli a cartoline, e tutt' al più dando allo spettatore raggiunto nella sua casa un compiaciuto sentimento, un po' losco, di voyeurismo a buon mercato [...].



Considero l’interruzione di un film o di qualunque opera, un atto di arroganza brutale, insopportabile. Una manomissione, una violazione grave della libertà di quella persona a cui ti devi rivolgere seducendola e invece poi la prendi a schiaffi. Sono contro gli spot usati in questo modo, ma lo spot di per sé è un’esperienza che ti consente di raccontare una storia in poco tempo, di suggerire sviluppi aperti per la fantasia dello spettatore.


]




[...] Perché mai dovremmo preoccuparci delle sorti di emittenti televisive che ventiquattr' ore su ventiquattro rovesciano nelle case degli italiani spettacoli demenziali con comicacci che nemmeno il più scalcinato avanspettacolo dei tempi di Cacini avrebbe degnato di una scrittura, e vecchi film continuamente interrotti da soffritti, cascate di ragù e ascelle irrorate da spray deodoranti?". "Non mi pare che le televisioni private abbiano dei buoni argomenti per ignorare e sconciare le opere in cui altri hanno messo tanta parte di ingegno e tanta parte di lavoro [...] 



da l'Europeo, 1995. Questo piccolo archivio-omaggio funziona come una mappa mentale, condividete i post che leggete o lasciate un piccolo segno del vostro passaggio. 





Quel lugubre music hall




"La televisione é un inesauribile 
sogno funebre travestito 
da music hall".


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Quell'esperimento chiamato TV



"Questo occhio grigiastro spalancato sulla casa, l'occhio di un animale extraterrestre, mi ha sempre affascinato. Un giorno ho voluto provare e allora ho realizzato Block-notes per la tv americana e I clowns per la Rai". 

"Vidi la possibilità di un'esperienza nuova, ma giudico questa esperienza televisiva un errore, deludente e singolarmente mediocre: da una parte la televisione ti preclude di fare del cinema o perlomeno ne riduce notevolmente le possibilità sia espressive sia produttive di organizzazione; dall'altra ti si offre come un mezzo dai connotati e dalle finalità indistinti, esitanti, imprecisi, per cui l'esperimento non ha neanche la seduzione e l'interesse della novità, di una qualsiasi ricerca (...).


Aveva ragione Rossellini quando diceva che la tv ha una funzione didascalica. Ma per chi come me crede nell'espressione e non nell'informazione, la televisione pare che abbia limiti troppo imprigionati".



Fellini: La Tv è un animale extraterrestre, ne Il Resto del Carlino del 30 marzo 1978. La storia del rapporto tra un grande cineasta, nato nel 1920, e la televisione commerciale, torna molte volte e ancora ci riguarda. Celebre fu la sua battaglia contro gli spot dentro i film.  Tra le tag di questo piccolo archivio, pensato come una mappa mentale, e una brevissima storia dell'arte in Italia e del lavoro del poeta, trovate cercando: televisione, berlusconi, ginger e fred, educazione. Se lascerete un commento sotto, nello spazio vuoto predisposto, avrete arricchito questo lavoro.  








La mala-education negli occhi




"Il gusto del pubblico verso il cinema è cambiato a causa della televisione che ha creato uno spettatore impaziente, febbrile, diseducato, cioè tutto il contrario dello spettatore riflessivo che vuole assaporare, assimilare, capire, ripensare".






Questo piccolo archivio-omaggio funziona come una mappa mentale, navigatelo e condividete i post che leggete o lasciate un piccolo segno del vostro passaggio.. Sul tema della televisione oggi ancora attualissimo ci sono vari brani, e tra queste tag ne trovate: televisione, italia, politica culturale, mestiere del poeta.