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Andreotti come Otello



A Fellini Andreotti sembrava “inventato da un grande romanziere”, un personaggio “da corte shakespeariana come Otello”. 

Furono a lungo in corrispondenza, come racconta il libro di un giovane studioso, Andrea Minuz, Viaggio al termine dell’Italia. Fellini politico (Rubbettino, 242) che  ospita in appendice i brani dell’epistolario tra Fellini e Andreotti. 


Qui il resto di questa strana e lunga storia.





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Contro il cretinismo




 Lo stesso Kezich osserva come Fellini avesse un’abile e personale strategia comunicativa nel concedersi ai giornalisti: "Sulle prime sembra restio a sbottonarsi, qualche volta cortesemente annoiato. Dopo dieci minuti il giornalista lo vede già come un complice, scambia con lui occhiate d’intelligenza e strette di mano furtive. È uno di quei personaggi che «fanno l’articolo»: non ci vuol molto per indurlo a parlare e non c’è neppure bisogno di chiedergli l’esclusiva delle sue  dichiarazioni. Ogni battuta di Federico è esclusiva, nel senso che il regista non ama ripetersi. Preferisce rischiare di contraddirsi. […] Il regista ama molto i contatti personali con i singoli giornalisti, fra i quali conta parecchi amici. Detesta le conferenze stampa, le domande stupide, la routine parolaia dei festival" ... 
NdR: A proposito del tema dei giornalisti, va compreso che Fellini fu preso d'assalto, ogni giorno, per decenni, da migliaia di richieste, da tutto il mondo, e che sebbene fosse gentile, e amasse mentire, appare sempre come sconvolto dalla massa di idiozia che gli gettano addosso, proiezioni, speculazioni, cose che gli paiono sempre un poco inutili e tediose. Dopo 30 anni, nel pieno flusso caotico, della narrative, dei social, della confusione mediatica, questa sua stizza, per la curatrice di questo blog, che fa la giornalista, e' anche piuttosto divertente. 


 

Sussidiario Hikikomori




In dieci minuti inaspettatamente, sotto altre spoglie, trovate un questo video-clip pedagogico e giovanile (con quella traboccante ed inquietante estetica Hikikomori) che riassumme quello che un ottimo sussidiario potrebbe oggi dire del cinema di Federico Fellini, compresi alcuni fatti meno banali, e taciuti, come i suoi nemici, le facce, il doppiaggio, il colore, Beppe Grillo, Berlusconi


Bravi autori, troppo veloce il parlato, forse (ma creaturina tu perche' BarbieXanax ti si deve chiamare?): tenetevi forte, ecco qui il video.




Il finalino de l'Intervista citato nel link precedente si trova qui.  "Bisognerebbe riuscire a raccontare la luce - diceva a voce alta, tanto per suggerir qualcosa, un poco mentendo - che cosa sia la luce un regista sa benissimo. A quel raggio di speranza credeva e non credeva, ma forse non gli pareva poi tanto piu' importante della vita stessa, che ci pare invece fosse quella marcetta per lui, la sfilata clownesca tante volte richiamata per immagini, silenzi, dubbi e ritmo, e senza un vero finale. "Proviamo" diceva.