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Il cinema pittorico


La luce per me
 in un film e' l'ideologia,
l'essenza, lo stile.

Io faccio un cinema pittorico,
non narrativo













La foto e' del 1973, durante una visita al Circo Orfei., dove porto' il suo alter-ego, attore giovanissimo, Bruno Zanin, di Amarcord, ed anche me. Lui fece un numero su un asino, mi pare, ed io ricordo solo l'odore della segatura a terra. 

Proteggete la conoscenza, condividete questo post, con chi amate preferibilmente, i pulsanti sono in basso, e se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. 


Laboratorio Number Five





«Il ricordo è già una alterazione della realtà, una visione mediata di ciò che è veramente accaduto. Raccontare episodi, personaggi, incontri, avvenimenti, passioni filtrati dalla memoria significa esprimere qualcosa che, per essere 
in qualche modo fedele alle emozioni e ai sentimenti che ha suscitato, deve necessariamente essere arricchita di suoni, luci, colori, atmosfere, suggestioni, che possono essere ricreati soltanto in quel laboratorio magico, alchemico, demiurgico che per un cineasta è il teatro di posa. Nel Teatro n. 5 di Cinecittà io ho ricreato tutto»


«La luce è ideologia, sentimento, colore, tono, profondità, atmosfera, racconto. 
La luce fa miracoli, aggiunge, cancella, riduce, arricchisce, sfuma, sottolinea, allude, fa diventare credibile e accettabile il fantastico, il sogno e, al contrario, può suggerire trasparenze, vibrazioni, dà miraggio alla realtà più grigia, quotidiana […] il film si scrive con la luce, lo stile si esprime con la luce».






 Infondo al post trovate un piccolo spazio bianco da riempire con un pensiero, un'emozione, se vorrete, e anche tutti gli artifici per condividere la conoscenza, e  in qualche modo essere gentili e proteggere questo lavoro. Grazie. 

Il fregnacciaro

"Avevo sempre sognato, da grande, di fare l'aggettivo. Ne sono lusingato. Cosa intendano gli americani con "felliniano" posso immaginarlo: opulento, stravagante, onirico, bizzarro, nevrotico, fregnacciaro. Ecco, fregnacciaro è il termine giusto ..."

(dall'intervista di Claudio Castellacci, L'America voleva colorare la Dolce vita, Corriere della sera, 30 marzo 1993, p. 33. L'immagine e' dal discorso agli Oscar per Otto e mezzo, non molto entusiasta, pare, ed in altri punti dell'archivio trovate navigando nel menu' alla destra dello schermo, le ragioni del distante rapporto con Hollywood, cercando: soldi, Casanova, Hollywood, borgo, premi, ad esempio). Questo archivio nasce come uno strumento di rierca, una mappa mentale, poetica, uno strumento di ricerca e progettazione, se lascerete un messaggio farete sapere del vostro passaggio qui e delle sue ragioni.