"Il neorealismo italiano e' un modo di pensare che e' stato nefasto, E ha contribuito alla degradazione del cinema, l'ho detto. Ma in un contesto polemico. Perché alcune volte tutto l'aspetto artigianale, la conoscenza, il lavoro, la fatica dell'espressione, veniva svalutato.
Ho qui trascritto per 7 anni quello che Federico Fellini (5 Premi Oscar) ha detto, inventato o lasciato dire di sé: ma poco di cinema, molto sul mistero dell'arte e quello umano. Cercate voi stessi, come rabdomanti, e le cose che vi servono amatele. Non amava monumenti e pescecagnacci, ma bambini e donne. Per donare: carlotta.mc@gmail.com. Chi sono: https://about.me/carlotta.mc
Il proprio cuore
"Il neorealismo italiano e' un modo di pensare che e' stato nefasto, E ha contribuito alla degradazione del cinema, l'ho detto. Ma in un contesto polemico. Perché alcune volte tutto l'aspetto artigianale, la conoscenza, il lavoro, la fatica dell'espressione, veniva svalutato.
Il cinema pittorico
La luce per me
in un film e' l'ideologia,
l'essenza, lo stile.
Io faccio un cinema pittorico,
non narrativo
La foto e' del 1973, durante una visita al Circo Orfei., dove porto' il suo alter-ego, attore giovanissimo, Bruno Zanin, di Amarcord, ed anche me. Lui fece un numero su un asino, mi pare, ed io ricordo solo l'odore della segatura a terra.
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Stanotte che hai sognato?
Dico spesso che Pasolini è stato il mio mentore, Fellini il mio mentitore. A Federico piacevano le bugie, si inventava storie, era un gioco per lui e tentavo in tutti i modi di imitarlo. Mi chiedeva sempre cosa sognavo la notte e io, che non ricordo mai niente al risveglio, mi inventavo delle storie. Sapeva benissimo che erano bugie ma si divertiva, c’era una grande complicità. Forse perché sono nato nelle Marche e quella provincialità ritratta nei suoi film l’ho vissuta, certe cose, nonostante i 30 anni di differenza d’età, riuscivo a capirle bene. E’ stato un lavoro straordinario ma sempre divertente e allegro.
Dopo qualche mese partimmo con La città delle donne, Prova d’orchestra e poi altri quattro film fino a La voce della luna. L’ultimo film da aiuto scenografo è stato Satyricon di Federico Fellini, nel 1969. Da La prova d’orchestra fino a La voce della luna, ho fatto tutti i suoi film. Ho perso solo L’intervista perché ero sul set di Le avventure del barone di Munchausen. Un grande, il mio maestro e il mio mentore. Non c’è molto da aggiungere, anzi ci sarebbe troppo: lui, Pasolini e Martin Scorsese sono i tre che mi hanno dato di più.
Con Pasolini ho girato otto film. Le sue inquadrature cominciano sempre con un grandangolo. Era come un Chaplin pittore: per Il Vangelo secondo Matteo, Mantegna; per I racconti di Canterbury, la pittura inglese e francese e Paolo Uccello; per Le mille e una notte, i miniaturisti arabi e persiani. Non amava gli interni, non gli piaceva lavorare in teatro. Ricostruivo fuori e facevo molti interventi per riportare l’ambiente all’epoca scelta. Girava con una raffinatissima semplicità, eliminando tutti gli orpelli.
L'artista non lo sa!

"Come mai ad un film, e quindi al suo autore, si attribuisce il dovere carismatico di risolvere questioni che non hanno niente a che fare con il suo lavoro? Perché da un film si pretendono risposte chiare, nette, definitive sulla vita, sul mondo, sui grandi problemi? Un film invece, se è un prodotto artistico, non ha intenzione di indicare le strade nelle quali il mondo dovrebbe muoversi".
F. Fellini ne Il Tempo del 5 novembre 1978, intervistato dal critico G. L. Rondi. Sul tema del lavoro del poeta, del cinema, dell'artista, parola che Fellini non amava, sul suo lavoro di sutura come lo chiamava, trovate molti brani, trascritti o audio, ed in particolare cercando: medium, pericoli, perizia, poesia. Questo piccolo archivio appare come una mappa mentale, se navigate tra le parole, le trovate alla destra del vostro schermo, segnerete un vostro cammino; infondo alla pagina potete lasciare un messaggio, nello spazio apposito, vuoto come un fumetto, oppure potete condividere i post e contribuire a questo lavoro.
La cosa tremenda sono i giornalisti
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Who 'borrowed' from Fellini

Scorsese, Coppola, Warhol, Woody Allen - the list of artists who 'borrowed' from Fellini is an impressive one. Fellini made films that uniquely combine acerbic realism and unhinged poetic fantasy, about things you can barely put into words: the extremes of cruelty and innocence, the madness and authority of love. He was never a neo-realist. He was the greatest realist of all.
HERE the full story from The Guardian, 2004. Ecco una lista parziale (in inglese) degli artisti che hanno preso in prestito da Fellini, o che ha ispirato in vari modi. Quando cercate nella mappa a destra li trovate, gli italiani, pochi, i grandi all'estero quasi tutti. Per comprendere il divario cercate: comunismo, apolitica, Oscar.
Il timore del peggio
In E la nave va io ho espresso, più o meno sinceramente,
più o meno artificiosamente [...] il senso di smarrimento che c’invade. Il timore del peggio è uno stato d’animo o un presentimento con il quale conviviamo
da lungo tempo e che non sembra destinato ad abbandonarci. [...]
Quel che la mamma dice
Ma quando mai tu sei scappato dal circo? Ma quando mai hai fatto…? Ma quando mai sei stato in collegio?
Invece a me pare proprio che è successo, vedi un po’ cosa vuol dire avere un’immaginazione accesa"
(pag. 21).
Scritti e immaginati – I film mai realizzati di Federico Fellini (Guaraldi editore: le immagini invece sono dal film l'Intervista con l'attore Rubini e la vera Anita) del giovane Alessandro Casanova, riminese, classe 1980, rimette insieme alcuni documenti: soggetti, appunti, idee per film da realizzare, che non si fecero. MAterial originale, ed inedito. Dunque, ecco: A) soggetto integrale di Moraldo in città (pubblicato a puntate sulla rivista "Cinema" nel corso del 1954) B) il progetto del film Les femmes libres de Magliano (pubblicato nei "Cahiers du cinéma" nel luglio 1957) C) il soggetto di A journey with Anita (pubblicato nel 1983 unitamente a Moraldo in the city dall’University of IllinoiD) il progetto 1970: notes sur "Une femme inconnue" (pubblicato nella rivista "Positif" nel 1977-78) E) gli appunti per la serie Poliziotto, storia vera di Nicola Longo, 1982, inedito. Uno dei capitoli più interessanti è quello dedicato a Il viaggio di G. Mastorna, che Fellini avrebbe dovuto girare dopo Giulietta degli spiriti e che mai fece (tracce di quel film mai realizzato sono riscontrabili in quasi tutte le sue opere successive, fino a La voce della luna, come abbiamo riportato anche in questo archivio: un fertilizzante, lo definisce Fellini).
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Acchiappa fantasmi
Una vecchia intervista in inglese, dove Fellini racconta l'arte non facile di fare casting. Con un inglese trasognato ma corretto, e la sua vocina dolce e gentile. "Il cast e' molto importante, perché e' la prima volta che posso materializzare i miei fantasmi, e posso davvero capire chi, tra migliaia che vedo, davvero ha qualcosa a che vedere col mio film. Per questo e' un momento difficile ma pesante, perché devo scegliere, e quindi come sempre e' il decidere non e' facile, anche perché so che quelle scelte saranno il cuore del film".
Qui l'intervista integrale. Per appassionatissimi.
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Un cretino impaziente

Sono estraneo alla televisione. Non mi attrae.
Non mi crea curiosità. Non credo sia un mezzo di espressione, ma un mezzo di distribuzione.
Puo' trasmettere perfino film, restringendoli, modificandoli, deformandoli, riducendoli a cartoline. Le continue interruzioni sono un arbitrio, non solo verso l'opera o l'autore, ma anche verso lo spettatore, che si abitua ad un linguaggio singhiozzante, a tante piccole ischemie dell'attenzione, che alla fine ne faranno un cretino impaziente. Incapace di collegamenti mentali, di previsioni e anche di quel senso di musicalità, di euritmie, e armonia che sempre
accompagna qualcosa che viene raccontato [...].
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da Italiani ribellatevi, Panorama, intervista del 1985. Prego notare la data. Inoltre nella foto, piu' o meno siamo li, la visita di Antonioni a Fellini, sul set de La Nave va. Inutile commentare la perdita di collegamenti, euritmie, bellezza. Proteggete la conoscenza, condividete questo post, con chi amate preferibilmente, i pulsanti sono in basso, e c'e' anche uno spazio vuoto per i pensieri o i sentimenti, che voleste condividere, se quello che leggete vi riguarda, vi serve: per me, per questo lavoro, se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. Grazie).
Indomito bugiardone
Documentario in rete, che trovate trasmetto in maniera gratuita, su Fellini, del 2003 in Italia.
Si chiama Il bugiardo nativo, di Damine Pettigrew. e lo vedete cliccando QUI
Fellini, I’m a Born Liar
A look at Fellini’s creative process. In extensive interviews, Fellini talks about his background and then discusses how he works and how he creates
(2002)
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Scappare a gambe levate da Hollywood
"La mia prima visita fu per me una grande emozione. Era la prima volta che venivo in America, e ci venivo a prendere l' Oscar per il mio lavoro, e per me, italiano, nato in provincia, che appartengo a una certa generazione, America e cinema erano un pò la stessa cosa, si confondevano.

Sì, noi a Rimini avevamo anche il mare e le bagnanti che costituivano un diversivo, ed eravamo ragazzetti pieni di vita, ma il resto era tetro, reso sopportabile dal cinema americano, che negli anni Trenta é stato come uno spiraglio su un altro mondo. Era proprio la favola. Poi ho cominciato a fare cinema, e quasi subito ricevevo l'Oscar! Ho il ricordo di un viaggio molto emozionante. Arrivavo a Hollywood ed ero premiato come erano stati premiati Clark Gable, Gary Cooper, c'era una vitellonesca compiaciuta fantasia nel vedermi protagonista di questa vicenda"

"Mi proposero, dopo il primo Oscar, di lavorare in America. Me ne andai dopo due settimane, perchè non potevo raccontare un paese che non conosco. Ho sempre invidiato la capacità tipicamente ebraica mitteleuropea che ha permesso a tanti cineasti europei, emigrati qui, di riproporre, di riflettere, la cultura, lo stile di vita, perfino i sogni di un altro paese. Io invece sono nato a Rimini e quindi quella capacità non l' ho mai avuta".
da un'intervista a Repubblica, del 1993.
La foto e' di Amarcord e dal premio Oscar alla Carriera, in America.
Il resto qui.
Loro invece gli diedero una montagna di Oscar. Ed ora girano il primo bio-pic su Fellini. Se avesse saputo come andava a finire in patria, forse Fellini cambiava idea, ma che ne poteva sapere di Berlusconi?.
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Flash Gordon scappa nel passato
Satyricon non un film storico, ma un film di fantascienza. La Roma di Ascilto, Encolpio, Trimalchio, più remota e fantastica dei pianeti di Flash Gordon, perchè Satyricon è un po' Flash Gordon, certi fumetti Nerbini degli anni 30, disse Fellini, mentre lo presentava ...
Qui il video.
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L'onore intoccabile dell'arte
Louis Malle
intervista
L'arte della Visione
Donzelli editore
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Cultura e brand
France Culture manda in onda un programma su Fellini ed il nostro tempo.
C'e' un podcast da ascoltare qui. In francese.
Non basta nemmeno citare i fatturati delle due industrie, quella cinematografica francese e quella italiana, per rispondere ai dubbi sullo stato del nostro paese.
Eternarsi v.pronom. intr. (io mi etèrno)
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Dinocitta' e la morte


Su Twitter, Pinterest e Facebook nel tempo sono state aperte delle finestre, in inglese anche, di questo progetto, come asset diplomatico e culturale.
Qui un marcetta "di Carlotta", composta pare, dal vero Maestro Rota.
Tutti a fischiettare

In un punto di vista
Mi ritrovai a mio agio nei film girati fuori, all'aria aperta. In questo Rossellini fu un iniziatore [...] la possibilità di camminare in equilibrio in mezzo alle condizioni piu' avverse, piu' contrastanti e nello stesso tempo la capacita' naturale, di volgere a proprio vantaggio queste avversità e questi contrasti, tramutarli in un sentimento, in valori emozionali, in un punto di vista. Questo faceva Rosselini: viva la vita di un film come un'avventura meravigliosa, da vivere e simultaneamente raccontare [ ...] il neorealismo non e' forse tutto questo?.
Fare un Film,
Einaudi, Torino, 1980.
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