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Il proprio cuore


"Il neorealismo italiano e' un modo di pensare che e' stato nefasto, 
E ha contribuito alla degradazione del cinema, l'ho detto. Ma in un contesto polemico. Perché alcune volte tutto l'aspetto artigianale, la conoscenza, il lavoro, la fatica dell'espressione, veniva svalutato. 
Non e' che chiunque puo' prendere una macchina in mano, e da solo può fare il neorealismo. Il solo vero, poi, che non era attratto da passioni politiche, e' stato solo quello di Rossellini. Vale a dire che il modo di guardare le cose, non il metodo, e' la maniera neorealista. 
Lo dicevo per distinguere dalla storia inventata, la storia reale italiana ...  Io credo che uno possa fotografare solo il proprio cuore". 









Il resto dell'intervista di  Christian Defaye,  realizzata alla Tv,  in occasione de l'uscita nelle sale francesi de "L'Intervista" nel 1987, e' qui.  Codesto archivio digitale funziona come una mappa mentale. Le immagini quasi mai sono legate ai testi, per scelta. Ogni volta che trovate la parola "QUI" andate su un sito esterno, per un audio o un video, o qualche volta un iper-testo, Google permettendo (se trovaste link rotti siete pregati di segnalarglielo-celo, grazie).

In un punto di vista


Mi ritrovai a mio agio nei film girati fuori, all'aria aperta. In questo Rossellini fu un iniziatore [...] la possibilità di camminare in equilibrio in mezzo alle condizioni piu' avverse, piu' contrastanti e nello stesso tempo la capacita' naturale, di volgere a proprio vantaggio queste avversità e questi contrasti, tramutarli in un sentimento, in valori emozionali, in un punto di vista. Questo faceva Rosselini: viva la vita di un film come un'avventura meravigliosa, da vivere e simultaneamente raccontare [ ...] il neorealismo non e' forse tutto questo?.


FF, 
Fare un Film, 
Einaudi, Torino, 1980. 






In basso ci sta uno spazio vuoto, predisposto come un fumetto, per scrivere pensieri o sentimenti, oltre ai pulsanti per condividere questo post con chi vi sta simpatico: se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. Proteggete il lavoro dei poeti, delle donne, condivide la conoscenza. 



E con questo?


Avanti c'e' posto! (commedia con Aldo Fabrizi) fu il primo film che sceneggio' col suo nome, e dove Fellini scopri' che l'ambiente, il set, era divertente, pieno di donne, adatto alla sua  natura,  secondo il giornalista e critico Tullio Kezich, un ruolo di pronto intervento, nella scrittura, tanto da diventare molto richiesto dal sistema nascente, insieme al talentuoso e sodale Tullio Pinelli. 

Un signore il quale ormai anziano in questo video racconta molto bene come si lavorava allora, come si scriveva, come si costruivano le storie, ed il lato avventuroso ed insieme realista del cinema.  



Qui si parla in maniera interessante del metodo sul campo, con un lavoro quasi giornalistico, prima, attraverso la voce di Pinelli, ma anche interessante e raro e' il reperto di Sergio Amidei, dove accenna  anche imbarazzato alle opinioni diverse sull'occupazione tedesca e sull'indifferenza (da molti percepita come nichilista, disimpegnata, ed a-politica) di Fellini, che poi divento' come il tratto caratteristico della critica contro di lui dell'epoca, una specie di equivoco che venne interamente spazzato via, o quasi, con l'Oscar per Amarcord, almeno dal punto di vista personale di Fellini. 

Il brano dura quasi 1/2 ora, ed include anche gli esordi, i colleghi, ed il lavoro di vignettista, l'odore di un'epoca, la rivista e il debutto grazie a Lattuada. 
Qui il film firmato da Zavattini, Avanti c'e' posto!, mirabile commedia, piena della grazia e del talento di Fabrizi. 

La luna caciotta

Rispondendo a Rossellini sulla morte del cinema artistico, a favore di un cinema didattico, 
Fellini alla Mostra del Cinema di Venezia del 1966:


[...] e' quello che sosteneva Stalin che impose al cinema sovietico una pedagogismo scolastico [...]. Le idee di Rossellini sono accettabili, se egli, in tutta sincerità', parla di se stesso e dice umilmente di volersi dedicare ad erigere film educativi, ma la sua non può essere una enunciazione che coinvolge tutto il cinema [...]. prendi le fotografie della Luna che pubblicano i giornali .. che ti sembrano? A me sembrano le superfici di una caciotta ... le prime fotografie valide della Luna saranno quelle di un cineasta che sapra' esprimervi un sentimento, non so, la nostalgia della terra, il senso angoscioso dell'enormità dello spazio.