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Non capisco chi non capisce


Ma e' vera quella cosa che il film e' un po' difficile da capire subito?. Deve essere vera perché tanta gente non capisce un cazzo [...]. Io ogni volta dico: non e' un film da capire, e' un film da sentire.




Proteggete la conoscenza, condividete questo post, con chi amate preferibilmente, i pulsanti sono in basso, e se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. L'archivio che state usando funziona come una mappa mentale, partendo dai vostri interessi o anche a caso, dalla destra del vostro schermo, conoscete voi stessi. Le immagini solitamente non hanno legami coi testi, per scelta. 


Osciadlamadona

"A Gambettola, nell’entroterra romagnolo, ci andavo d’estate. Mia nonna teneva sempre un giunco nelle mani, col quale faceva fare agli uomini certi salti da cartone animato. Insomma, faceva filare gli uomini presi a giornata per lavorare il campo. La mattina si sentivano risatacce e un gran brusìo. Poi, davanti a lei che appariva, quegli uomini violenti assumevano un atteggiamento di rispetto, come in chiesa. La nonna, allora, distribuiva il caffelatte e si informava di tutto. Voleva sentire il fiato di Gnichéla, per scoprire se aveva bevuto la grappa: e questi rideva, dava gomitate al vicino, per il pudore, diventava un bambino.
Mia nonna era come le altre donne romagnole. Una di queste, tutte le sere, andava all’osteria a prendere il marito ubriaco e lo caricava sopra una carriola per condurlo a casa (NDR scena vista nel film I clowns). Lui si chiamava Ciapalòs, che non è un nome greco, ma vuol dire “Prendi l’osso”. Una sera, l’uomo se ne stava con le gambe penzoloni fuori dalla carriola trascinata dalla moglie, in uno stato di beata mortificazione, dopo aver sopportato il dileggio generale. Quella sera, io incontrai gli occhi dell’uomo, sotto il cappellaccio. (…)
Un giorno mi piacerebbe fare un film sui contadini romagnoli: un western senza revolverate, intitolato “Osciadlamadona”. Una bestemmia: ma, come suono, è più bello di “Rasciamon”.".





Proteggete la conoscenza, condividete questo post, con chi amate preferibilmente, i pulsanti sono in basso, e se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. L'archivio che state usando funziona come una mappa mentale, partendo dai vostri interessi o anche a caso, d
alla destra del vostro schermo, conoscete voi stessi. Le immagini solitamente non hanno legami coi testi, per scelta. 




Andare oltre i sentimenti


"Bisognerebbe vivere fuori dalle passioni, 
oltre i sentimenti, nell'armonia che c'è 
nell'opera d'arte riuscita, in quell'ordine incantato...  Dovremmo riuscire ad amarci tanto...  da vivere fuori dal tempo, distaccati ...".






Da "La Dolce Vita" di Federico Fellini, la foto con Pupella Maggio viene invece dalla Cineteca di Bologna, uno scatto di scena di Amarcord, lui col cappellaccio, che indica all'attrice come fare la scena. Il brano invece appartiene al celebre dialogo amoroso e vago e confuso tra Mastroianni e la Cardinale. Tra le parole e le immagini non ci sono legami in questo archivio, per scelta: come tra le parole e quasi sempre le cose. Funziona invece come una mappa mentale, con l'uso della colonna alla destra del vostro schermo, un post alla volta, come fossero ciliegie. Lasciate un messaggio, e condividete, se volete, infondo a questa paginetta. 

La fiducia e l'amore




"Non bisogna accanirsi nel capire ma tentar di sentire, con abbandono. 

Accettare se stessi: io sono questo e sono contento di essere questo, senza problematizzare la vita. Voglio mettermi in condizioni di amarla, di saper amare tutto. 

Lo dice anche sant'Agostino: "Ama e fai quello che vuoi". 
Be', non dice proprio così ma quasi... ".


Da Gli antipatici, intervista con Oriana Fallaci del 1963. La citazione di Agostino e' piuttosto celebre. L'archivio funziona come una mappa, navigate dentro voi stessi. La relazione tra testo e immagine qui nei post non esiste, fa da unico stile il caso, le foto quando non le trova Google sono della curatrice. A destra le parole raggruppante per seme o psicologia, dove appoggiarvi nel cammino. Se usate questo lavoro citate le fonti, grazie.