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Acchiappa fantasmi








Una vecchia intervista in inglese, dove Fellini racconta l'arte non facile di fare casting. Con un inglese trasognato ma corretto, e la sua vocina dolce e gentile. "Il cast e' molto importante, perché e' la prima volta che posso materializzare i miei fantasmi, e posso davvero capire chi, tra migliaia che vedo, davvero ha qualcosa a che vedere col mio film. Per questo e' un momento difficile ma pesante, perché devo scegliere, e quindi come sempre e' il decidere non e' facile, anche perché so che  quelle scelte saranno il cuore del film".

Qui l'intervista integrale. Per appassionatissimi.









Questo a
rchivio funziona come una mappa mentale, per associazioni libere, cercate da soli: le immagini solitamente non sono legate ai testi, mentre sempre i link esterni restano esterni, per rispetto della cultura digitale, che questo piccolo spazio testimonia; poi lasciate una traccia del vostro passaggio qui, se volete. 




Aho', ciao Marcelli' ...



Qui un audio, tratte da una lunga intervista su La Dolce Vita, piena di dettagli, stupori, affanni anche, che postiamo solo per ricordare quest'epoca, lontana per noi, sia artisticamente che politicamente, e piena di tanta profonda intelligenza, anni di profonda intelligenza che a 20 anni dalla morte di Mastroianni, 19 dicembre 2016, fanno nostalgia, va detto. 


Poco prima aveva detto:"Non mi sento per niente vecchio.Al massimo, leggermente anziano".


Se volete arrivare al passaggio sulle scimmie e gli angeli ci vuole pazienza. 


Aho', ciao Marcelli' ... 





Non so come ho trovato questa immagine, non so da dove venga, mi piacerebbe saperlo. Sembra un film di Ferreri.  Ora, questo archivio funziona come una mappa mentale, cercate da soli: poi lasciate una traccia del vostro passaggio qui. 




L'apparizione di una giraffa colla voce disperata

 
Quella faccia improbabile, una testa di creta caduta in terra dal trespolo e rimessa insieme frettolosamente prima che lo scultore rientri e se ne accorga; quel corpo disossato, di caucciù, da robot, da marziano, da giraffa, da incubo gioioso, da creatura di un'altra dimensione, quella voce fonda, lontana, disperata: tutto ciò rappresentava qualcosa di così inatteso, inaudito, imprevedibile, diverso, da contagiare repentinamente, oltre che un ammutolito stupore, una smemorante ribellione, un sentimento di libertà totale contro gli schemi, le regole, i tabù, contro tutto ciò che è legittimo, codificato dalla logica, lecito.




Brano tratto dal libro Fare un Film (p. 128, Einaudi editore) dedicato a Toto', ammirato fin da bambino, e con cui come con Chaplin forse ebbe questo rapporto fascinato ma a distanza. Considerato che uno, Fellini, internazionalmente parlando e' il cinema italiano, e certo lo era il secolo scorso, e l'altro, un genio non esportabile, la cosa fa pensare.