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I ciclisti!




Siccome mi raccomando i giovani, pensi alla faccia giovanile, ed io sono sempre un poco imbarazzato, come se ti dicessero pensi ai vegetariani, pensi ai ciclisti. 

















Poco alla volta la visione si perde


La mia tendenza tranne in certi casi sarebbe quella di non andare a verificare ogni giorno quello che ho fatto il giorno prima: in questo senso. Uno deve tentare di realizzare il film che ha in testa, come lo ha visto. Se vai in proiezione ogni giorno vedi il film che stai facendo, non quello che immaginavi di fare. 
Cosi poco alla volta il punto di vista originario, la fedelta' alla visione o alla fantasia, al sentimento, al turbamento, alle intenzioni originali, poco alla volta si sfocano: perche' poco alla volta uno comincia a vedere che le cose non sono esattissimamente quelle che volevi fare, e questo porta una pericolosa correzione di fuoco, per cui la mia tendenza, che allarma i produttori, sarebbe quella di finire il film e poi di vedere tutto in proiezione. 

Accettando le cose per quello che sono. 

Io non credo di non aver mai rifatto una scena, ma non perche'  consideri tutto quello che faccio qualcosa di perfetto, ma perche' penso che un'opera e' vitale anche per i suoi difetti ed errori. Una creature umana ha carattere e personalita' proprio per un'insieme di inesattezze, di deformazioni, di fatti sgangherati  e cosi' penso debba essere anche un'opera, che e' la rappresentazione di una creatura umana, di una persona. 



8/5/77, Madrid. Intervista TV con J. Serrano. Il resto della difficoltosa intervista spagnola, la prima dopo venti anni, si trova qui. Molti momenti di tensione, e dura quasi due ore. Questo archivio funziona come una mappa mentale, tuffandosi nella colonna alla destra dello schermo, e andando liberamente tra le suggestioni, in questo caso troverete in altre tag altri brani, tipo: girato, pericolo, pericoli, sentimento, artista. Lasciate un vostro segno di passaggio, infondo alla paginetta, dove hanno predisposto uno spazio vuoto, o usate i pulsanti per condividere la conoscenza. Grazie

Il provvisorio permanente



Il cinema e' il mondo naturale di realizzarmi, sono io, e' la mia vita. 

Non che debba suonarvi presuntuoso, ma il cinematografo rappresenta per me la spontanea inclinazione, e' anche un alibi grande per me, cosi mi pare che mentre faccio i film che tutti quegli impegni e responsabilita' che si hanno verso la vita, gli altri, se' stessi, la societa', vengano temporaneamente arrestati, perche' io sto lavorando e cosi non posso occuparmi ne' delle tasse ne' di certe fedelta' ideologiche, e questo rende una provvisiorieta' cronica ormai, che mi rende sereno, quindi il cinema e' il mio modo di vivere e di risolvere la giornata e di dare un vago, impreciso senso, ma per me confortante, alla mia vita.

A me di andare al cinema non mi viene in mente, e' una specie di rituale, di abitudine, che ha quasi cessato di esistere quando io, personalmente, ho cominciato a fare il cinema: e' un disinteresse tutto sommato, ma che non vorrei che fosse vissuto come sdegnante, ma non mi sento proprio spinto ed incuriosito verso il lavoro di molti miei colleghi, e questo non e' necessario per valutare, stimare, o apprezzare un autore ed un collega, non sia necessario vedere tutti i film. 

Questa dichiarazione mi mette anche in imbarazzo, perche' potrei sembrare presuntuoso, ma se dicessi il contrario non sarei sincero. 



8/5/77, Madrid. Intervista TV con J. Serrano, piuttosto tesa, e molto lunga, in lingua. Il resto del video in bianco e nero lo trovate qui. Questo piccolo archivio-omaggio funziona come una mappa mentale, navigatelo e condividete i post che leggete o lasciate un piccolo segno del vostro passaggio, qui sotto.