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La partenogenesi dei ricordi

Sono un narcisista, e non sono interessato se non parlo di qualcosa che conosco bene. I ricordi raccontati da un autore, ma anche in un quadro,  creano poi nuovi ricordi. Sono stato definito il regista della memoria, e dei ricordi, e tra le due preferisco la prima. La memoria mi pare  una definizione piu' pertinente, i miei ricordi possono cambiare, sono aneddoti, mentre la memoria e' un sentimento, una dimensione costante almeno. I film riguardano la memoria, che non e' solo il passato, ma anche il presentimento di un futuro, che mi pare che racconto storie che ho sognato, vissuto, inventato, ma anche che si arricchiscono del presente. 

Il resto dell'intervista in francese e' qui

Proteggete la conoscenza, condividete questo post, i pulsanti sono in basso; altrimenti e se lascerete un messaggio farete sapere che anche voi siete passati da qui. L'archivio funziona come una mappa mentale, conoscete voi stessi, cercando nella colonna alla destra dello schermo. Mentre le immagini ed i testi per ragioni anche di stile non sono legate in alcun modo. 



La democrazia si respira



"Riconosco che il mio può essere un atteggiamento nevrotico, di rifiuto a crescere, determinato, forse in parte, dall'essere stato educato durante il fascismo, e quindi diseducato a ogni partecipazione in prima persona alla politica che non fossero esteriori dimostrazioni e cortei; e di aver conservato, nel tempo, la convinzione che la politica è una cosa dei grandi, fatta da signori pensosi (...) Ecco, forse il limite nel quale sono costretto tutt'oggi è quello di non aver mai respirato, nell'età della formazione, il vero significato della democrazia"





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Come nutrire cio' che e' malato




L’umiltà scientifica di Jung di fronte al mistero della vita mi sembra più simpatica. I suoi pensieri, le sue idee, non pretendono di diventare dottrina, ma solo di suggerire un nuovo punto di vista, un diverso atteggiamento che potrà arricchire ed evolvere la personalità, guidandoti vero un comportamento più consapevole, più aperto, e riconciliandoti con le parti rimosse, frustrate, mortificate, malate di te stesso. Indubbiamente Jung è più congeniale, più amico, più nutriente per chi crede di dover realizzarsi nella dimensione di una fantasia creativa. Freud con le sue teorie ci obbliga a pensare; Jung invece ci permette di immaginare, di sognare, e ti sembra, addentrandoti nell’oscuro labirinto del tuo essere, di avvertire la sua presenza vigile e protettrice”.



Federico Fellini, 1983, discorsi a ruota libera, e liberatori, liberati, sulla sua terapia junghiana, svolta per molti anni, non so quanto episodicamente, dopo una gravissima crisi esistenziale, durata 8 anni. Certamente rivela anche una intensa attivita' di lettura, dei testi della psicoanalisi e grandi chiacchierate. Ora, questo piccolo archivio digitale funziona come una mappa mentale, usando le libere associazioni, nella colonnina alla destra dello schermo. Per questo anche sapere che siete passati da qui, condividendo un post o lasciando nello spazio bianco infondo a questa paginetta, un vostro sentimento, arricchisce questo lavoro.
 

Una sola inquadratura


Credo andrebbe proiettato tutto insieme, in una sola enorme inquadratura. Non pretende di denunciare, né di tirare le somme, né di perorare l'una o l'altra causa. Mette il termometro a un mondo malato, che evidentemente ha la febbre. Ma se il mercurio segna quaranta gradi all'inizio del film, ne segna quaranta anche alla fine. Tutto è immutato. La dolce vita continua.


Un cosmonauta nello spazio




"Ormai gli uomini politici sono come delle maschere, sono come delle proiezioni di noi stessi. Siamo tutti sulla stessa barca [...] È incredibile la giornata di un uomo politico, sotto la psicosi del terrore. Un cosmonauta proiettato nello spazio è molto più padrone di sé e meno isolato di quanto non lo sia un uomo politico".




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