Sogni ridicoli


Puo' darsi che molti oggi non ricordino la politica. Cosa poteva significare negli anni Trenta, Cinquanta, Settanta, per chi aveva visto la guerra, il fascismo, la sua caduta, la nascita della democrazia. Puo' darsi, che oggi non ci sia un grammo di politica nei nostri discorsi. Per Fellini, per un fatto anche puramente biografico, era diverso. 

Via via lo racconteremo, anche cosa accadde quando tradi' la causa del neorealismo, si fece odiare dai comunisti, ma mica solo. Comunque, questo discorso sul fascismo, lo capirebbe meglio uno psicoanalista. Perche' e' un fatto interiore, una visione dell'uomita', dell'essere, della vita emotiva. Ma questo lui lo dice molto meglio. Ci torno sopra visto che non siamo che all'inizio di una fase evolutiva nuova, ed il passato ci assedia e ci trattiene. 




"Non voglio dire che noi italiani non siamo andati al di là dell'adolescenza e del fascismo. Sarebbe una affermazione eccessiva - ed ingiusta. Le cose sono certo molto cambiate da allora, é naturale. Eppure se ti tiri fuori dal giro di centomila persone che più o meno si conoscono tutte l'una con l'altra, e prendi un treno -  che non prendiamo più -  e sali in una carrozza di seconda classe e ascolti i suoni che si scambia la gente e questi suoni riesci a riferirli a malapena ad un concetto, l'impressione é sempre di non sapere se stai tra contemporanei oppure sei un marziano, se sei impazzito (ma forse anche questi nostri discorsi sembreranno privi di senso a quei viaggiatori di seconda classe ...)". 

Insomma in generale il sentimento che prova uno che attraversa l'Italia, a quel modo, é che l'Italia mentalmente sia sempre un po' la stessa. 

Per dirla in altro termini, ho l'impressione che fascismo ed adolescenza  continuino ad essere in una certa misura le stagioni storiche permanenti della nostra vita. L'adolescenza, della nostra vita individuale: il fascismo, in quella nazionale.


Questo restare cioè eternamente bambini, scaricare le responsabilità sugli altri, vivere con la confortante sensazione che c'è qualcuno che pensa per te, e una volta può essere la mamma, una volta il papà, una volta il sindaco, una volta il duce, una volta la Madonna, una volta il vescovo, insomma gli altri ...




Ed intanto tu hai questa limitata libertà giocherellona che ti consente di coltivare sogni ridicoli: il sogno del cinema americano, o il sogno orientalizzante della donna, in definitiva miti mostruosamente inattuali che a tutt'oggi mi sembrano il condizionamento più grave dell'italiano medio. 
E mi sembra che, ancor prima del fascismo, la colpa di questo cronico mancato sviluppo, di questo arresto ad uno stadio bambinesco, sia nella chiesa cattolica. Vivendo sotto questa specie di campana, ciascuno sviluppa non caratteristiche individuali, ma solo anomalie patologiche".




Riva Valerio: "Intervista a Fellini", da L’Espresso, 26 maggio 1976. Foto dal film AMARCORD, la scena in cui i fascisti sparano al campanile, da cui viene la musica. Questo archivio digitale funziona come una mappa mentale, navigate nelle parole alla destra dello schermo. Su questo tema, che da apolitico quale veniva tacciato, tornava spesso trovate molte tag. Condividete questo post coi pulsanti predisposti in fondo a questa paginetta, se lascerete un segno del vostro passaggio nei commenti, arricchirete questo lavoro e proteggete la conoscenza. 





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