Il soffritto della TV



[...] non penso che la televisione sia un mezzo di espressione; è soltanto un mezzo di distribuzione che, sì, può trasmettere anche film, ma restringendoli, modificandoli, deformandoli, riducendoli a cartoline, e tutt' al più dando allo spettatore raggiunto nella sua casa un compiaciuto sentimento, un po' losco, di voyeurismo a buon mercato [...].



Considero l’interruzione di un film o di qualunque opera, un atto di arroganza brutale, insopportabile. Una manomissione, una violazione grave della libertà di quella persona a cui ti devi rivolgere seducendola e invece poi la prendi a schiaffi. Sono contro gli spot usati in questo modo, ma lo spot di per sé è un’esperienza che ti consente di raccontare una storia in poco tempo, di suggerire sviluppi aperti per la fantasia dello spettatore.


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[...] Perché mai dovremmo preoccuparci delle sorti di emittenti televisive che ventiquattr' ore su ventiquattro rovesciano nelle case degli italiani spettacoli demenziali con comicacci che nemmeno il più scalcinato avanspettacolo dei tempi di Cacini avrebbe degnato di una scrittura, e vecchi film continuamente interrotti da soffritti, cascate di ragù e ascelle irrorate da spray deodoranti?". "Non mi pare che le televisioni private abbiano dei buoni argomenti per ignorare e sconciare le opere in cui altri hanno messo tanta parte di ingegno e tanta parte di lavoro [...] 



da l'Europeo, 1995. Questo piccolo archivio-omaggio funziona come una mappa mentale, condividete i post che leggete o lasciate un piccolo segno del vostro passaggio. 





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