«Fellini a Cinecittà sta girando finalmente “La dolce vita”. In un teatro di posa ha fatto ricostruire un pezzo di via Veneto, non l’angolo abitato dal poeta, quello più recente e affollato del Caffè de Paris. Davanti a quell’implacabile ricostruzione m’è venuto da ridere e subito dopo m’è presa una malinconia canina. In proiezione ho visto alcuni brani del film. Il gongorismo, l’amplificazione di Fellini nel ritrarre quel mondo di via Veneto fa pensare al museo delle cere, le immagini dei quaresimalisti quando descrivono la carne che si corrompe e imputridisce. Mi ricorda quei quadroni di Valdés Leal che sono a Siviglia nell’Ospedale della Carità, dove sui cadaveri di vescovi flottano cartigli di questo tipo: Finis gloriae mundi. Fellini quaresimalista? É un’ipotesi tentatrice.
1959, Ennio Flaiano
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