Così "amarcord" è diventato sinonimo di ricordo carico di nostalgia, di rievocazione nostalgica del passato, di riflessione su "come eravamo".
Una sorte analoga aveva avuto anche il termine vitellone che non è stato di certo coniato da Fellini, ma proprio grazie al successo della pellicola I vitelloni (1953) è divenuto popolare e si è diffuso per indicare il personaggio del giovane provinciale, incapace di emergere come vorrebbe dalla propria mediocrità e, proprio per questo, ozioso e pigro, come appunto i giovani sfaccendati descritti nel film.
E, a proposito di modi di vivere, anche la locuzione dolce vita, è entrata nella lingua italiana, spesso associata a comportamenti licenziosi e corrotti, con il significato suggerito dall’omonimo film del 1959, nel quale il regista descrive la vita vuota e finta di una élite di personaggi che per sfuggire alla mancanza di scopi e di valori insegue una serie di forti emozioni.
Così, nel linguaggio della moda, dolcevita (o dolce vita) è diventato il termine per indicare questo tipo di indumento.
Originariamente era il nome di un personaggio de La dolce vita (interpretato da Walter Santesso) di professione fotografo scandalistico. Questo nome, che risuona risibile e spregevole nello stesso tempo e che non sappiamo se sia scaturito dalla fantasia di Fellini o semplicemente sia una distorsione
testo insolito di Antonio Zoppetti, che testimonia sia la gloria di Fellini, oggi certamente sono piu' note le parole che ha lasciato nell'immaginario, che forse i suoi medesemi capolavori, che gli investimenti fatti nei suoi film, allora già pensati in termini di audience globali. Legenda: ogni volta che trovate la parola QUI andate su un sito esterno, per un documento originale, nella disponibilità di Google, essendo spesso interviste originali, o testi. Se trovate qualche link non funzionante, mi dispiace molto: ma, nella disponibilità di Google, segnalatelo scrivendo a loro o a me. Condividete la conoscenza, lasciate un commento.
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