Ho qui trascritto per 7 anni quello che Federico Fellini (5 Premi Oscar) ha detto, inventato o lasciato dire di sé: ma poco di cinema, molto sul mistero dell'arte e quello umano. Cercate voi stessi, come rabdomanti, e le cose che vi servono amatele. Non amava monumenti e pescecagnacci, ma bambini e donne. Per donare: carlotta.mc@gmail.com. Chi sono: https://about.me/carlotta.mc
Si muove tra le cose come l'aria
Ritratti, note, appunti, di personaggi della cultura. Questo abbecedario e' tratto da FELLINI DEL GIORNO DOPO, di Kezich, pubblicato dall'associazione Fellini e dall'editore Guaraldi.
Il libro e' fuori catalogo ma consultabile difficilmente qui.
[...] Nel luglio alle otto e mezzo Fellini telefonò a Zapponi, che non conosceva, per dirgli che gli era piaciuto molto il suo libro di racconti Gobal. Sperava anche di convincere il gruppo produttivo franco-italiano che preparava un film di vari registi da Poe di accettare come suo contributo un adattamento del racconto zapponiano C'è una voce nella mia vita. Andò a finire che Bernardino e Federico sceneggiarono insieme Toby Dammit, al quale fecero seguito (dal 19967 al 1980) Block notes di un regista, Fellini Satyricon, I clowns, Roma, Casanova e La città delle donne [...]
[...] Quando nel dopoguerra formò con F. una delle più fortunate coppie di sceneggiatori del cinema italiano, l'ex-magistrato piemontese Tullio Pinelli era già un noto commediografo. La sua collaborazione con il riminese si estende, con qualche interruzione, per quasi mezzo secolo e ha certo un'importanza fondamentale non sempre riconosciuta dalla critica rispetto ad apporti di altri collaboratori. Sarebbe auspicabile un confronto fra drammaturgica di Pinelli, oggi un po' dimenticata nella generale disattenzione del nostro teatro per il repertorio nazionale, e i film di F. per scoprirvi analogie e convergenze tematiche e di gusto. Da ricordare che negli anni in cui non lavorò con Federico, Pinelli mantenne il suo ruolo di "spalla" scrivente di Giulietta [...] .
[...] Subìto controvoglia sulle pressioni di De Laurentiis come protagonista di Il viaggio di G. Mastorna, nonostante il fanciullesco entusiasmo mostrato dall'attore, Fellini lo deluse lasciando cadere il film. In qualche modo Ugo Tognazzi si vendicò partecipando con scarsi esiti al Satyricon concorrenziale di Polidoro [...]
[...] Sergio Zavoli, ravennate di nascita e riminese di adozione, giornalista principe amico di F. da sempre: non tanto per i tre anni che li dividevano e che nell'età giovanile sono molti, ma subito dopo a Roma. Oratore ufficiale alle esequie di F. a Rimini ("con gli occhi non sbagliavi mai") dedicò al regista lo special televisivo In morte di Federico Fellini.
Di Zavoli è la proposta, lanciata in occasione proposta, lanciata in occasione del primo incontro pubblico Federico Fellini (Rimini, 8 giugno 1996), di trasferire sul porto il monumento La grande prua di Arnaldo Pomodoro: un grande bronzo di quattro metri per quattro inaugurato nel cimitero, come omaggio a F. e a Giulietta, febbraio 1995 [...].
[...] Fellini ci teneva a ricordare di essere nato come scrittore di cinema facendo le sue esperienze come "negretto" nella cerchia di Zavattini. Del resto anche quando cominciò a collaborare ai giornali come umorista, alla pari di molti giovani della sua generazione, Federico rivela l'influenza di libri quali Parliamo tanto di me. Scarsi, seppure sempre improntati a cordialità, furono in seguito i rapporti fra i due, anche quando F. si trovò coinvolto in iniziative zavattiniane come Amore in città o Boccaccio '70. Nel suo Diario cinematografico (Mursia, 1991) Za ricorda una raccomandazione felliniana del o "Non devi aver paura della macchina da presa, non esiste".
Commenta il diarista: "Infatti lui si muove tra le cose come l'aria" [...]
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