È malato di cuore lei?

  • Giornalista: La prima domanda sarebbe: che cosa vuole esprimere con questa sua nuova opera?
    Regista: Il mio intimo, profondo, arcaico cattolicesimo.
    Giornalista[tra sé, scrivendo su un taccuino] ...arcaico cattolicesimo. [rivolgendosi nuovamente al regista] E che cosa ne pensa della società italiana?
    Regista: Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d'Europa.
    Giornalista: Ah! E che ne pensa della morte?
    Regista: Come marxista è un fatto che non prendo in considerazione.
    Giornalista: Quarta ed ultima domanda: qual è la sua opinione sul nostro grande regista Federico Fellini?
    Regista: Egli danza... egli danza!
  • Regista: Lei non ha capito niente perché è un uomo medio. È così?
    Giornalista: Be', sì.
    Regista: Ma lei non sa cos'è un uomo medio? È un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, colonialista, razzista, schiavista, qualunquista. [il giornalista inizia a ridere mentre scrive] È malato di cuore lei?
    Giornalista: No, no, facendo le corna.
    Regista: Peccato perché se mi crepava qui davanti sarebbe stato un buon elemento per il lancio del film. Tanto lei non esiste... Il capitale non considera esistente la manodopera se non quando serve la produzione, e il produttore del mio film è anche il padrone del suo giornale. Addio!
  • Quando sarai nel regno dei cieli, ricordami al padre tuo. (Giovanni Stracci






Dialogo comico, pubblicato qui in forma di video in un altro luogo, e tratto da Ro.Go.Pa.G., film di fantascienza del 1963, film ad episodi di quattro registi internazionali, Pasolini, Rossellini, Gregoretti e Godard. L'elenco degli attori e comparse fa impressione, alcuni li elenco qui, con il link inglese dell'edizione internazionale: ,  , la Betti. Infatti Pier Paolo Pasolini per l'episodio de La ricotta venne condannato per vilipendio della religione e poi amnistiato; la pellicola tornò così sugli schermi con un nuovo titolo imposto. Fu scelto Laviamoci il cervello, un titolo che, ebbene, ormai, non ricorda nessuno e che non suonava bene, in italiano (let's have a brainwash era il titolo inglese). Della censura, o del brainwash, come avviene invece oggi, ad oltre 50 anni da questo celeberrimo episodio, nel paese piu' ignorante d'Europa, in una Europa pacificata ma ridotta nelle dimensioni di potere mondiale, e nel bel mezzo della globalizzazione e della desertificazione e della digitalizzazione, non ne parla quasi nessuno, non nel mondo delle arti almeno. Anche questo a 20 anni dalla morte di Fellini pare un fatto alquanto surreale. Nella fotografia il poster vintage. Questo archivio funziona per libere associazioni, cercate da soli, lasciate un messaggio, proteggete la conoscenza.  




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