Come nutrire cio' che e' malato




L’umiltà scientifica di Jung di fronte al mistero della vita mi sembra più simpatica. I suoi pensieri, le sue idee, non pretendono di diventare dottrina, ma solo di suggerire un nuovo punto di vista, un diverso atteggiamento che potrà arricchire ed evolvere la personalità, guidandoti vero un comportamento più consapevole, più aperto, e riconciliandoti con le parti rimosse, frustrate, mortificate, malate di te stesso. Indubbiamente Jung è più congeniale, più amico, più nutriente per chi crede di dover realizzarsi nella dimensione di una fantasia creativa. Freud con le sue teorie ci obbliga a pensare; Jung invece ci permette di immaginare, di sognare, e ti sembra, addentrandoti nell’oscuro labirinto del tuo essere, di avvertire la sua presenza vigile e protettrice”.



Federico Fellini, 1983, discorsi a ruota libera, e liberatori, liberati, sulla sua terapia junghiana, svolta per molti anni, non so quanto episodicamente, dopo una gravissima crisi esistenziale, durata 8 anni. Certamente rivela anche una intensa attivita' di lettura, dei testi della psicoanalisi e grandi chiacchierate. Ora, questo piccolo archivio digitale funziona come una mappa mentale, usando le libere associazioni, nella colonnina alla destra dello schermo. Per questo anche sapere che siete passati da qui, condividendo un post o lasciando nello spazio bianco infondo a questa paginetta, un vostro sentimento, arricchisce questo lavoro.
 

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