Lo stesso Kezich osserva come Fellini avesse un’abile e personale strategia comunicativa nel concedersi ai giornalisti: "Sulle prime sembra restio a sbottonarsi, qualche volta cortesemente annoiato. Dopo dieci minuti il giornalista lo vede già come un complice, scambia con lui occhiate d’intelligenza e strette di mano furtive. È uno di quei personaggi che «fanno l’articolo»: non ci vuol molto per indurlo a parlare e non c’è neppure bisogno di chiedergli l’esclusiva delle sue dichiarazioni. Ogni battuta di Federico è esclusiva, nel senso che il regista non ama ripetersi. Preferisce rischiare di contraddirsi. […] Il regista ama molto i contatti personali con i singoli giornalisti, fra i quali conta parecchi amici. Detesta le conferenze stampa, le domande stupide, la routine parolaia dei festival" ...
NdR: A proposito del tema dei giornalisti, va compreso che Fellini fu preso d'assalto, ogni giorno, per decenni, da migliaia di richieste, da tutto il mondo, e che sebbene fosse gentile, e amasse mentire, appare sempre come sconvolto dalla massa di idiozia che gli gettano addosso, proiezioni, speculazioni, cose che gli paiono sempre un poco inutili e tediose. Dopo 30 anni, nel pieno flusso caotico, della narrative, dei social, della confusione mediatica, questa sua stizza, per la curatrice di questo blog, che fa la giornalista, e' anche piuttosto divertente.
Ho qui trascritto per 7 anni quello che Federico Fellini (5 Premi Oscar) ha detto, inventato o lasciato dire di sé: ma poco di cinema, molto sul mistero dell'arte e quello umano. Cercate voi stessi, come rabdomanti, e le cose che vi servono amatele. Non amava monumenti e pescecagnacci, ma bambini e donne. Per donare: carlotta.mc@gmail.com. Chi sono: https://about.me/carlotta.mc
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