Penso che il mondo musicale, l'atmosfera di un'orchestra, le prove, lo strumento prezioso chiuso dentro la valigetta che ha dei fianchi femminili, l'umiltà di un lavoro che consiste nell'inserirsi al momento giusto, esattamente quello, né un secondo prima né un secondo dopo, in un'azione collettiva, suonando magari soltanto due note, due sole, e poi attendere in silenzio, immobili, che di nuovo venga il momento per far nascere dallo strumento altre due note, con l'occhio fermo nell'attesa alla bacchetta del Direttore d'Orchestra, ecco mi sembra, dicevo, che la condizione dell'orchestrale in maniera molto suggestiva possa rappresentare simbolicamente un atteggiamento umano altamente religioso. Tu cioè fai il tuo lavoro con modestia ed umiltà, senza pretendere di conoscere il senso ed il disegno intero di questo lavoro, fiducioso che il maestro che ti guida conosce e sa più di te.
Lettera a Dino De Laurentis, 1965, riportata inedita ed interamente nel libro Il viaggio di G. Mastorna, Quodlibet Compagnia Extra. Questo archivio funziona come una mappa mentale, per associazioni libere, cercate da soli: le immagini solitamente non sono legate ai testi, mentre sempre i link esterni restano esterni, per rispetto della cultura digitale, che questo piccolo spazio testimonia; poi lasciate una traccia del vostro passaggio qui, se volete.
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